Neanche il tempo di riposarsi dopo l’ultima gara disputata, che per le squadre è già il tempo di mettersi al lavoro per il prossimo impegno. Tra Serie A, Coppa Italia e competizioni europee, il calendario delle squadre impegnate su più fronti è fittissimo di questo periodo. Analizziamo, quindi, uno per uno, il cammino delle italiane in Europa.
Cominciamo dalle squadre impegnate nella massima competizione europea e diamo uno sguardo ai vice-campioni d’Europa in carica. La Juventus ha intrapreso questo nuovo percorso avendo ancora addosso gli strascichi lasciati dal secondo tempo di Cardiff. Dopo due finali perse in tre anni, per i bianconeri vorrebbero dare una svolta ai propri risultati in Europa.
Il Real Madrid solleva la Coppa dalle grandi orecchie dopo il 4-1 sulla JuventusEppure, nonostante un girone tutto sommato alla portata, la Juve ha dovuto attendere fino all’ultima giornata per ottenere la qualificazione agli ottavi di finale. Galeotto fu il sorteggio che l’accoppiò, fra le altre squadre, con il Barcellona, contro il quale i torinesi hanno ottenuto un solo punto grazie ad un risultato complessivo di 0-3. Esattamente l’opposto di quello che ha rappresentato il maggior successo della passata stagione. Ma non solo, perché i bianconeri se la sono dovuta vedere anche con la concorrenza dello Sporting, pareggiando nel finale del match di Lisbona. E, dunque, si sono dovuti affidare alle parate di Szczesny ad Atene per portare a casa un risultato valido per il secondo posto nel girone e per la qualificazione agli ottavi di finale. L’urna di Nyon ha, poi, confermato il tipo di sorteggio visto nella fase a gironi. Perché, se da un lato il Tottenham rappresenta un avversario abbordabile, dall’altro non va certamente sottovalutato. Gli Spurs, infatti, sono una delle poche squadre che può vantare l’imbattibilità nella prima fase della Champions, nonostante si siano trovati di fronte ad avversari di tutto rispetto come Real Madrid e Borussia Dortmund, collezionando un totale di 16 punti. Nel match d’andata di Torino i bianconeri partono fortissimi, portandosi sul 2-0 dopo soli 9 minuti. Doppietta di Higuain, che sblocca al 2′ e finalizza un calcio di rigore dopo altri 7′. Ma, come troppo spesso accade fin dai tempi di Conte, la Juve decide di preservare il risultato arroccandosi in difesa, piuttosto che gestire sapientemente il possesso del pallone. Il pressing viene praticamente azzerato e la linea difensiva si abbassa di conseguenza. Da quel momento in poi è monologo del Tottenham, che prova più volte l’azione che porta ad accorciare il risultato, ovvero un filtrante che mette Kane 1 vs 1 con Buffon. Il possibile 3-0 sciupato in contropiede da Higuain e la traversa dello stesso Pipita su un nuovo tiro dal dischetto, nel finale di primo tempo, sono solo due lampi in una serata scialba per più di 80 minuti. Gli Spurs trovano il pareggio nella ripresa con la punizione di Eriksen e a questo punto per la Juventus si fa difficilissima, perché vincere a Wembley sarà un’impresa davvero dura.
Più entusiasmanti nei gironi, ma ancora più deludenti agli ottavi, sono i risultati ottenuti finora dalla Roma. In un girone di ferro, che mette i giallorossi di fronte ad avversari come Chelsea e Atletico Madrid, i capitolini, partiti sfavoriti, si qualificano addirittura come primi della classe, arrivando a parità di punti con i campioni d’Inghilterra. La Roma prevale nella classifica avulsa grazie al 3-3, arrivato addirittura con rammarico, di Stamford Bridge e al secco 3-0 dell’Olimpico. È sufficiente, invece, un solo punto ottenuto contro i madrileni per superare la concorrenza dell’Atletico, che inciampa per ben due volte sull’ostacolo Qarabag. Agli ottavi i giallorossi dovranno vedersela con un avversario che quest’anno ha già affrontato un’altra italiana: lo Shakhtar Donetsk. In Ucraina, la Roma si porta avanti grazie al gol di Under, che vive uno stato di forma brillante, ma si fa rimontare nel secondo tempo con le reti di Facundo Ferreyra, già a segno col Napoli, e Fred. Non è la prima volta che i giallorossi peccano di cali di concentrazione che costano il risultato, come l’espulsione di Vermaelen nella partita d’andata di qualificazione della scorsa stagione, costata i sogni europei. Tuttavia, il gol segnato in trasferta lascia sperare per il match di ritorno, a condizione, però, di non sbagliare più nulla e di migliorare la propria capacità realizzativa.
Capitolo tutto a sé è quello della storia in Europa di quest’anno del Napoli. Dopo il doppio 2-0 delle qualificazioni contro il Nizza, i partenopei sono riusciti ad ottenere, nella fase a gironi della Champions, soltanto 6 punti, con le vittorie sul Feyenoord e sui diretti concorrenti al secondo posto dello Shakhtar. Sarri schiera quasi sempre alcune delle seconde linee, a dimostrazione che il suo Napoli punta tutto sullo Scudetto e, per il cammino in Champions, valga il mantra del turn-over e del “vada come vada”. Ovviamente tutto ciò non è bastato e con la retrocessione in Europa League i partenopei incontrano il Lipsia, anch’esso qualificatosi terzo nella massima competizione continentale. Già dagli undici della formazione iniziale dei sedicesimi di finale d’andata, balza all’occhio che il Napoli ha intenzione di reiterare un turn-over ancor più smoderato. Sblocca nel secondo tempo proprio una delle riserve, Ounas, ma gli ospiti ribaltano il risultato con una netto 1-3. Nel match di ritorno il tecnico toscano reitera il turn-over e, nonostante la parziale rimonta targata Zielinski-Insigne, il Lipsia passa il turno grazie al gol in trasferta segnato al San Paolo. Europa amara per il Napoli, che forse non ci ha mai creduto più di tanto e che ora può sognare “solo” lo Scudetto.
L’esultanza del brasiliano Taison dopo il gol in Shakhtar Donetsk – Napoli(fonte: skysport)
Niente in particolare da dire sul Milan, che supera i play-off battendo, prima, l’Universitatea Craiova per 2-0 e 0-1 e, dopo, lo Shkendijia con i risultati tondi di 6-0 e 1-5. Modesti anche gli avversari della fase a gironi. In ordine di classifica: AEK Atene, Rijeka e Austria Vienna. Il Diavolo si qualifica primo agevolmente. Non troppo impegnativi anche i sedicesimi di finale contro il Ludogorets, in cui i rossoneri predominano nel match d’andata imponendosi con un secco 0-3. Reti che portano la firma di Cutrone, Rodriguez su calcio di rigore e Borini. A San Siro il Milan si limita a gestire il vantaggio e va nuovamente a segno Borini. Finisce 1-0 e si vola agli ottavi di finale. Ora i rossoneri sono chiamati alla prova del nove, perché il prossimo è un avversario più blasonato di quelli incontrati finora, ovvero l’Arsenal di Arsène Wenger, qualificatosi primo nel proprio girone. Nonostante il sesto posto in Premier League, i gunners rappresentano un opponente piuttosto ostico per una squadra che quest’anno non ha quasi mai vinto un big-match. Si prospetta un incontro avvincente e da seguire con interesse.
Analoghi rilievi valgono per la Lazio di Simone Inzaghi. Nel girone K i biancocelesti incontrano Zulte, Vitesse e proprio il Nizza, arrivando in testa alla classifica con 13 punti. I sedicesimi di finali li mettono di fronte al FCSB. Contro l’ex Steaua Bucarest la squadra di Inzaghi perde un po’ a sorpresa in Romania per 1-0, ma rimonta con facilità in casa propria. Finisce 5-1 e va a segno tre volte Ciro Immobile, intervallato da Bastos e da un ritrovato Felipe Anderson. Inutile il gol della bandiera di Gnohéré, già bomber del match d’andata. Non dovrebbe destare troppe preoccupazioni neanche il prossimo contendente, che porta le vesti della Dinamo Kiev. Appuntamento all’Olimpico il giorno della festa della donna e in Ucraina il 15 marzo.
Non giocherà, invece, gli ottavi di finale la Dea. La cronaca dell’impresa sfiorata dell’Atalanta merita, però, qualche parola in più da spendere. A gran sorpresa i bergamaschi conquistano la vetta della classifica del proprio girone, uscendo imbattuti contro avversari tutt’altro che facili da affrontare per le proprie possibilità. Ci riferiamo a Lione ed Everton, con il solo Apollon a fare da Cenerentola. Vittorie per 3-0 e 1-5 riporta il tabellino della doppia sfida con gli inglesi; 1-1 e 1-0, invece, quelle ottenute dalla compagine di Gasperini contro i francesi. Ai sedicesimi di finali li aspetta un avversario ancor più temibile: le api del Borussia Dortmund. All’Iduna Park la partita è molto accesa, con occasioni da una parte e dall’altra. Reus e Gomez mettono paura ai rispettivi portieri avversari. Ma è il Dortmund a passare in vantaggio alla mezz’ora del primo tempo: Schurrle controlla un cross di Piszczek in area di rigore e supera Berisha con un leggero tocco di destro. È 1-0. All’inizio della ripresa si scatena Ilicic: cross di Spinazzola dalla sinistra, controllo e tiro a giro che vale il pareggio. Passano 5 minuti e su una respinta di Burki insacca nuovamente il pallone in rete, valido per il sorpasso. Ma la beffa è dietro l’angolo e gli incubi dei tifosi atalantini si materializzano nella doppietta del neo-acquisto del mercato invernale Batshuayi, nell’ultima mezz’ora di gioco. La seconda rete arriva persino nei minuti di recupero. Finisce 3-2. Nel match di ritorno Toloi approfitta di un’uscita a vuoto di Burki e porta in vantaggio i suoi all’11’. Ma, ancora una volta, il destino è beffardo e il pareggio del Borussia arriva nei minuti finali, grazie alla rete di Schmelzer all’83’, che sfrutta un errore di Berisha. L’Atalanta esce a testa alta dall’Europa League e, conclusi tutti gli altri impegni, data anche l’eliminazione dalla Coppa Italia, maturata proprio ieri per opera della Juventus, non rimane che concentrarsi sul campionato.
Riccardo Ciriaco