La fondazione Open è stata creata per sostenere le attività di Renzi e per finanziare eventi come la Leopolda. Marco Carrai è ora indagato per traffico di influenze e finanziamento illecito ai partiti. I PM hanno perquisito il fedelissimo di Renzi ed una dozzina di imprenditori che in passato hanno finanziato la fondazione.
La fondazione Open, nata per sostenere le iniziative politiche di Matteo Renzi e chiusa dopo che il fondatore di Italia Vita ha perso la leadership del PD, è al centro delle indagini della Procura di Firenze.
Tra gli indagati spicca un nome illustre; l’imprenditore Marco Carrai, fedelissimo di Matteo Renzi e suo amico di infanzia, è stato inserito nel registro degli indagati per finanziamento illecito ai partiti nell’ambito dell’inchiesta sulla cassaforte della fondazione.
Carrai sedeva nel consiglio di amministrazione della fondazione, presieduta dall’avvocato Alberto Bianchi, insieme ad altri nomi di spicco della politica italiana: Luca Lotti e Maria Elena Boschi.
L’indagine è solo la seconda in ordine di tempo; già a settembre Carrai è stato inserito nel registro degli indagati per traffico di influenze insieme all’avvocato Alberto Bianchi, presidente della fondazione Open.
Sul punto, nella serata di ieri Carrai ha dichiarato:
Come nasce l’inchiesta
L’inchiesta, iniziata a settembre, ipotizza che l’avvocato Bianchi abbia ricevuto un ingente pagamento dalla società di costruzioni Toto come corrispettivo per una consulenza; in un secondo momento, il presidente dell’ente avrebbe trasferito il denaro nella cassaforte della fondazione.
Durante le indagini, la procura aveva recuperato il bilancio della fondazione Open e l’elenco dei finanziatori.
Proprio sulla base di questo elenco, all’alba di questa mattina la guardia di Finanza, sotto la supervisione dei procuratori Creazzo e Turco, ha eseguito diverse perquisizioni presso gli uffici e case private di una dozzina di imprenditori in undici città in cerca di documenti utili ad approfondire l’ipotesi di reato di finanziamento illecito ai partiti.
Tra i finanziatori sono presenti il finanziere David Serra, anch’egli molto vicino all’ex Presidente del Consiglio, l’armatore Vincenzo Onorato, il gruppo Garofalo a Roma e altri.
I finanziatori non sono indagati, ma la procura è in cerca di eventuali irregolarità e tenta di fare chiarezza riguardo i “significativi intrecci tra prestazioni professionali rese da Bianchi e dai suoi collaboratori e finanziamenti alla Open”.
Tramite l’avvocato Nino D’Avirro, Alberto Bianchi si è difeso dalle accuse dichiarando che:
Le dichiarazioni di Matteo Renzi
Matteo Renzi non ha nascosto il suo nervosismo riguardante l’inchiesta ed ha deciso di parlare dell’inchiesta sul suo profilo Facebook:
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