Formula 1 | Le donne nella categoria: passato, presente e futuro

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Di Redazione Metropolitan

Fin dagli albori, il mondo dei motori è quasi sempre stato appannaggio degli uomini. Tuttavia, questa mentalità non ha mai fermato donne talentuose dal tentare lo sbarco in Formula 1.

Donne in Formula 1. Molte donne hanno provato nel corso della storia della Formula 1 ad approdare nella massima categoria. Negli anni recenti ricordiamo Susie Wolff e Tatiana Calderon, quest’ultima fresca tester per Alfa Romeo Racing. Solamente cinque donne, dal 1950, sono riuscite a correre in Formula 1. Scopriamo le loro storie.

Donne in Formula 1 – De Filippis e Lombardi, capaci di fare la storia

La prima donna in assoluto a correre in Formula 1 è stata Maria Teresa De Filippis. Dopo alcune esperienze nelle gare di salita, approdò in Formula 1 in occasione del Gran Premio di Monaco 1958alla guida di una Maserati 250F. Malgrado la mancata qualificazione, si ripresentò ai nastri di partenza in Belgio, a Spa Francorchamps. Riuscì a qualificarsi in 19esima posizione ed a concludere in decima. Le uscite successive non andarono meglio.

Maria Teresa riuscì a prendere il via in Portogallo ed in Italia, ritirandosi in entrambe le occasioni. L’anno seguente provò senza successo a qualificarsi al GP di Monaco alla guida della Behra-Porsche. Poco dopo, la De Filippis si ritirò dal mondo delle corse per la tragica scomparsa del suo team leader e amico Jean Behra all’AVUS di Berlino.

Se la De Filippis è stata la prima ad esordire, la prima ed unica donna ad ottenere punti iridati in Formula 1 è stata Maria Grazia Lombardi. “Lella”, come la chiamavano tutti, arrivò in Formula 1 nel 1974 al volante della Brabham BT42 quando tentò di qualificarsi nel GP di Gran Bretagna. Il 1975 rappresentò un punto di svolta per il gentilsesso in Formula 1.

Dopo aver saltato i primi due appuntamenti stagionali ed essersi ritirata al
Gran Premio del Sud Africa a Kyalami, “Lella” Lombardi scrisse la storia al
Montjuich. Al volante della March 741, l’italiana riuscì a conquistare un sesto posto sorprendente in una corsa sospesa al 29esimo passaggio. La corsa fu caratterizzata da numerosi incidenti, causati dalla pericolosità della pista del Montjuich (17 ritirati su 25 partecipanti). I direttori di gara attribuirono punteggi dimezzati: quel “mezzo punto” rimane, tutt’oggi, il miglior risultato di una “pilotessa” in Formula 1.

“Lella” partecipò ad altri 13 weekend di gara, completando tutta la stagione 1975 ed alcune apparizioni nel 1976. Riuscì a vedere il traguardo solamente altre cinque volte, tra cui un settimo posto nel GP di Germania nel 1975. Dopo la Formula 1, partecipò al Campionato del mondo sportprototipi fino a chiudere la propria carriera in NASCAR.

Donne in Formula 1 – Solo sporadiche apparizioni

Il Gran Premio di Gran Bretagna nel 1976 rappresentò un evento unico nella storia. Per la prima ed unica volta nella storia della Formula 1, ci furono due donne iscritte all’evento. Insieme a Lella Lombardi su Brabham, corse Divina Galica su Surtees. Olimpionica nello sci alpino, arrivò in Formula 1 dopo una breve trafila nei kart e nella Formula 2.

Donne in Formula 1 Divina Galica
Divina Galica prima del GP di Gran Bretagna 1976 – Photo Credit: dal web

La mancata qualificazione a Brands Hatch non fermò Divina Galica. Due anni dopo si ripresentò al via in Argentina e Brasile, stavolta su una Hesketh 308E, ma senza successo. Continuerà la sua carriera nelle sport-car, nei trucks, in Formula Renault e in Formula Vauxhall Lotus dove otterrà risultati interessanti.

Apparizione altrettanto veloce fu quella di Desiré Wilson. La sudafricana esordì nel GP di Gran Bretagna 1980 al volante di una Williams non ufficiale, senza qualificarsi. Ricomparirà nella stagione successiva in Sudafrica, GP cancellato successivamente dal calendario. Concluderà la carriera con esperienze in Formula Cart e in gare di sportprototipi.

Donne in Formula 1 Giovanna Amati brabham
Giovanna Amati alla guida della Brabham BT60B – Photo Credit: dal Web

L’ultima donna a correre in Formula 1 nel campionato mondiale è stata Giovanna Amati. Dopo una lunga militanza in Formula 3000 , con un settimo posto come miglior risultato, nel 1992 debuttò in Formula 1 come seconda guida ufficiale della Brabham. La scarsa competitività della BT60B non le ha permesso di esprimersi al meglio e, dopo tre mancate qualificazioni nelle prime tre gare stagionali, venne sostituita da Damon Hill. Continuerà la sua carriera nel mondo delle corse e otterrà come miglior risultato un terzo posto finale nella classifica del campionato SportsRacing World Cup SR2 nel 1999.

Donne in Formula 1 – Quali sono le prospettive?

Dopo l’esperienza di Giovanna Amati alla guida della Brabham nel 1992, nessun’altra donna è riuscita a partecipare ad un GP. L’unica capace di partecipare, solamente per le prove libere del venerdì, è stata Susie Wolff con la Williams in quattro occasioni, tra il 2014 ed il 2015. Le uniche occasioni in cui una donna è stata alla guida di una vettura di Formula 1 sono stati eventi promozionali o sessioni di test privati.

Donne in Formula 1 Susie Wolff
Susie Wolff durante alcuni test nel 2015 – Photo Credit: Williams

Tra queste, troviamo Simona De Silvestro (Sauber, 2014), Carmen Jordà (Lotus/Renault, 2015-2016), Maria de Villota (Lotus/Marussia, 2011-2012) e Tatiana Calderon (attuale collaudatrice per Alfa Romeo Racing). Nonostante questo maggiore coinvolgimento delle donne in Formula 1, nessuna di queste ha mai avuto l’occasione di partecipare ad una corsa. Nei prossimi anni, però, le cose potrebbero essere destinate a cambiare.

Conclusa la carriera agonistica, Susie Wolff, insieme a Rob Jones, ha deciso di fondare una fondazione chiamata “Dare To Be Different”. L’attuale Team Principal di Venturi in Formula E ha lanciato questo progetto con lo scopo di aiutare le donne nel motorsport ad emergere, sia come pilota che in altri ruoli. Questa iniziativa è supportata dalla Motor Sport Association, organo di riferimento del motorsport britannico.

Donne in Formula 1 W Series
Presentazione della monoposto protagonista della W Series – Photo Credit: W Series

Il lancio di questa iniziativa è stato seguito dall’introduzione della W Series, categoria interamente dedicata alle donne. W Series è nata con l’obiettivo di permettere alla vincitrice del campionato un premio in denaro di $1.5mln. Tuttavia, questa iniziativa è stata molto criticata anche da piloti come Simone De Silvestro. L’ex collaudatrice Sauber ha proposto un utilizzo diverso della somma in denaro: la creazione di un sistema di sponsorizzazioni per agevolare le donne nel motorsport.

Nel panorama motoristico attuale sono sempre di più le “pilotesse”. Da prospetti come Jamie Chadwick, Sofia Floersch, Beitske Visser sino alle maggiori esperte Simona De Silvestro, Katherine Legge e Tatiana Calderon. La colombiana sembra essere la punta di diamante di questa pattuglia grazie alla sua collaborazione con Alfa Romeo Racing ed al prossimo esordio in Formula 2 con BWT Arden.

La Formula 1 rappresenta un traguardo difficile e tortuoso per ogni pilota, riusciranno ad ottenere quell’occasione della vita di poter competere nella classe regina? Lo scopriremo con il tempo.

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