Il verdetto finale conferma la decisione di Montreal. Sull’istanza di revisione presentata dalla Ferrari si sono pronunciati gli stessi commissari del GP del Canada volati in Francia per l’audizione.
Ricorso Ferrari – E’ terminato poco fa l’incontro durato 30 minuti tra il team di Maranello ed i commissari del GP del Canada i quali hanno confermato il verdetto giudicando irrilevanti le evidenze presentate. Nello specifico il team italiano non ha richiesto un vero e proprio ricorso ma si è avvalso del diritto di revisione sancito dall’articolo 14.1.1 del regolamento sportivo in virtù del quale la presenza di nuovi elementi non disponibili al momento del primo verdetto può portare ad una modifica dello stesso.
Ricorso Ferrari – Le prove presentate
A sostegno della sua causa, la scuderia di Maranello ha presentato i dati del GPS e la telemetria nonché le dichiarazioni dello stesso Vettel. La difesa ha rimarcato il fatto che il tedesco non abbia tratto vantaggio dalla manovra ma abbia perso ben 2 secondi tra l’uscita sul prato e le manovre successive trovandosi Hamilton immediatamente alle sue spalle. Un altro punto cruciale è stata la non volontarietà dell’azione messa in dubbio all’epoca dei fatti a causa della frenata che avrebbe compiuto Hamilton per non impattare contro il muro. I dati presentati pare che abbiano invece evidenziato come Vettel sia rientrato nella traiettoria ideale più a sinistra rispetto ai giri precedenti proprio per non ostacolare l’avversario.
Ricorso Ferrari – Giudizio controcorrente
“Le regole sono queste e noi siamo qui per applicarle anche se parliamo di regole che richiedono modifiche. Come appassionato di motori mi piace vedere una grande gara ma so che alcune decisioni possono far gridare allo scandalo.” Mathieu Remmerie
Queste le dichiarazioni rilasciate dal commissario Remmerie dopo il GP del Canada sulle quali non ci sarebbe nulla di ridire. Se non fosse che tra le regole menzionate ce n’è una introdotta nel 2016 secondo la quale i piloti possono essere puniti con penalità di tempo, stop and go e squalifiche solo in caso di atto deliberato. Cosa che, a quanto pare, la Ferrari è stata intenzionata a confutare con i dati in suo possesso ma che, insieme alle altre evidenze, è stata ritenuta non rilevante ai fini di una modifica del verdetto.