Mitch Evans vince la gara più spettacolare del campionato ed una delle più avvincenti di sempre in Formula E.

Allo spegnimento dei semafori le posizioni di testa restano invariate, con Vandoorne a precedere Frijns, De Vries e le due Techeetah. Non appena le vetture transitano sulla salita sottostante il Colosseo Quadrato avviene il primo colpo di scena.

All’ingresso di curva 7 Rowland viene tamponato da Edoardo Mortara, una manovra che costa al pilota della Venturi una penalizzazione di 5 secondi da scontarsi come tempo aggiuntivo. La Mahindra finisce così in testacoda, ostruendo la strada a diverse vetture, tra cui quelle di Di Grassi, Buemi, Gunther, Ticktum e Turvey. Proprio Gunther danneggia la propria ala anteriore nell’incidente e senza carico all’anteriore impatta a muro poche curve dopo, provocando l’ingresso della Safety Car. Nella confusione ne approfitta Mitch Evans, che da nono si porta subito in sesta posizione.

Al rientro della vettura di sicurezza mancano circa 35 minuti di gara, durante i quali non si assiste ad alcuna altra interruzione. La gara sfocia quindi in una lotta strategia tra attivazioni degli Attack Mode e gestione energetica, con ripetuti sorpassi nelle posizioni di testa. Robin Frijns e Stoffel Vandoorne si contendono la testa della corsa, fino ala risalita di Mitch Evans. Il neozelandese recupera infatti posizione su posizione con alcune manovre particolarmente pregevoli, ma nonostante lo stile di guida aggressivo la sua Jaguar dispone di più energie residua della concorrenza. Evans sorpassa così nell’ordine prima Vandoorne e poi Frijns, portandosi al comando ed estendo rapidamente il proprio vantaggio fino a sforare i 5 secondi, forte del vantaggio energetico sui diretti rivali.