É la grande scommessa della Formula E che cerca di realizzare il più grande progetto di produzione documentaristica legata al campionato full electric della FIA. Si intitola “Unplugged” e raccoglie immagini, testimonianze, interviste e moltissimi ospiti illustri. Un lungo lavoro tra le ore e ore di filmati realizzati nel corso delle produzioni della stagione 2021.
Il campionato ha offerto sicuramente una sceneggiatura straordinaria, con il titolo che si è deciso solo all’ultimissima gara con la vittoria di Nyck de Vries e della Mercedes. Una stagione non facile, che partiva con l’appesantimento della pandemia. E dunque con poco pubblico e molte incertezze. Ma l’imprevedibilitò della formula è stato il format vincente. Basti pensare che a una sola gara dal termine erano almeno sette piloti in grado di puntare al titolo.
Quindici episodi, in onda già dal 22 novembre in alta definizione su You Tube e su numerosi canali di distribuzione on line, social e non.
A differenza della sua controparte Netflix, ‘Unplugged’ è una produzione interna guidata da Aurora Media Worldwide, che fornisce la trasmissione in diretta delle gare di Formula E.
Il progetto è stato coordinato dal produttore esecutivo della società, Stan Stanworth, che in passato ha lavorato anche su Invictus Games e il Grande Fratello.
‘Unplugged’ suddividerà l’ultima stagione 2021, la più lunga fino ad oggi nei sette anni di storia della Formula E, in mezzi episodi che si concentrano su un team.
I piloti delle squadre e le figure chiave sono stati intervistati, con una troupe fissa nei box, mentre i giornalisti del paddock forniranno analisi e racconti.
Tutto questo sarà montato insieme a filmati di gara e dietro le quinte inediti, così come alcune comunicazioni radio.
Nonostante sia una produzione di Formula E, la serie sarà “onesta e senza filtri”, studiata per non evitare i punti controversi della stagione 2021 – vale a dire la debacle di Valencia in termini di potenza delle auto e le polemica avute in pit-lane all’E-Prix Londra scatenato dalla strategia di Lucas di Grassi.