A partire dalla stagione 2022-2023 la Formula E farà debuttare la terza generazione di monoposto elettriche. Stando alle premesse sarà una vera rivoluzione, che però non dovrà arrivare a snaturare uno dei punti fondamentali della serie: le gare cittadine.
Gen 3 Formula E Un nuovo look. Ma soprattutto maggior potenza e maggior leggerezza. Queste, in estrema sintesi, le caratteristiche della terza iterazione delle vetture di FE. Probabilmente però l’aumento delle performance obbligherà la governance della categoria a far disputare alcuni round del campionato in circuiti permanenti e ben più noti al grande pubblico. Il rischio di perdersi per strada però non deve essere presente.
Gen 3 Formula E – Un piccolo recap
I circuiti cittadini sono un cardine attorno al quale è nata la Formula E. Uno degli obiettivi dei Agag era proprio quello di far riavvicinare il pubblico alle corse. E quale posto migliore se non le città? Ecco dunque che si sono organizzate gare su circuiti cittadini appositamente progettati e realizzati, sia temporanei che con alcune strutture sempre presenti. Del primo tipo troviamo ad esempio quello di Roma, mentre del secondo quello di Marrakesh.
Tuttavia la FE corre anche nella pista permanente dell’Autodromo Hermanos Rodriguez a Città del Messico, una piccola goccia su un mare di circuiti cittadini. Il debutto della Gen 3 però porterà necessariamente ad un aumento del numero di tracciati “tradizionali” in calendario, sia per questioni di sicurezza che di prestazione pura. La maggiore potenza e minor pesantezza renderà le vetture più scattanti e reattive, ragion per cui bisognerà adattarsi alla nuova situazione.
Gen 3 Formula E – La città resta importante
Ciò che non occorre commettere è, a detta del direttore della sezione FIA ai circuiti Frederic Bertrand, perdere l’essenza delle corse urbane. I circuiti cittadini dovranno dunque mantenere un’importanza fondamentale e continuare a far emozionare tutti gli appassionati della Formula E.
“Lo street racing è nel DNA del campionato e non possiamo perderlo. Penso che il compromesso che abbiamo ora sia buono: abbiamo forse solo il caso particolare di Riyad (un circuito semi-permanente inserito in un contesto urbano, ndr). Città del Messico è un’altra eccezione nella quale ci troviamo in un vero circuito, ma dobbiamo restare comunque focalizzati sui centri cittadini. Dobbiamo gareggiare nel cuore delle città sia perché è ciò che interessa ai costruttori ed agli sponsor, ma anche perché siamo lì per promuovere la mobilità urbana”.
Frederic Bertrand
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