Il creatore del videogioco Fortnite ha citato in giudizio la Apple per il modo in cui gestisce il suo app store, accusando il produttore di iPhone di esercitare un determinato monopolio. Epic Games ha chiesto a un giudice federale di ordinare ad Apple di interrompere la sua “condotta anticoncorrenziale” e di annullare le regole del gigante tecnologico che richiedono agli sviluppatori di app di pagare il 30% delle transazioni per fare affari su App Store.

La causa è stata intentata lo stesso giorno in cui Apple ha ritirato Fortnite dal mercato online, dopo che Epic ha aggiunto un sistema di pagamento che consentiva alle transazioni dei giocatori di bypassare il sistema App Store, risparmiando denaro nel processo. “Apple è diventata cio’ che una volta criticava: il gigante che cerca di controllare i mercati, bloccare la concorrenza e soffocare l’innovazione – viene sostenuto nella causa – Apple è più grande, più potente, più radicata e più perniciosa dei monopolisti del passato”.

L’azienda fondata da Steve Jobs è stata al centro negli ultimi mesi di numerose critiche per il forte controllo che esercita sull’app store, che è l’unico modo per acquisire le app sui suoi popolari dispositivi mobili. Il gigante della Silicon Valley sostiene che la sua posizione è legittima nonché necessaria per mantenere le applicazioni ei loro utenti al sicuro da hacker e truffatori, affermando che la commissione del 30% che applica sulle transazioni serve per rendere efficiente e sicuro lo store.

Tuttavia, Epic accusa Apple di limitare irrazionalmente il commercio. Epic ha detto che non sta cercando di ottenere denaro o un trattamento favorevole, ma sta invece chiedendo al tribunale di ordinare che una determinata regola presente nell’App Store venga modificata in favore di tutti gli sviluppatori.

I giocatori di Fortnite, dal 2017, sono stati circa 350 milioni. “Apple impone restrizioni irragionevoli e illegali per monopolizzare completamente entrambi i mercati e impedire agli sviluppatori di software di raggiungere più di 1 miliardo di utenti dei loro dispositivi mobili a meno che non passino attraverso un unico negozio controllato da Apple”, sostiene chi ha promosso la causa. 

Fonte Agi.it