Roma, 12 settembre 2019 – ore 18.30
E’ il 29esimo anniversario del rapimento di Davide Cervia, ex sottufficiale della Marina Militare Italiana specializzato in Guerre Elettroniche (GE) e vincolato a segreto militare Nato. Officine fotografiche di Roma espone le testimonianze fotografiche de “Il Caso C”.
Grazie al progetto editoriale, frutto di una raccolta scrupolosa di Alfredo Covino, nasce l’esposizione di un’indagine visiva sulla storia realmente accaduta della misteriosa scomparsa di Davide Cervia. La mostra, presentata alle Officine Fotografiche di Roma, è a cura di Chiara Capodici e intende portare il visitatore all’interno del processo di ricerca e della trama indiziaria di una storia che verrà archiviata come “Il Caso C”, esponendo evocazioni visive e FlashBack.
Da questo progetto emergono i punti più oscuri della storia attraverso un’alternanza di fotografie, documenti ufficiali, immagini d’archivio e testimonianze. Coinvolti ora, come allora: Marisa Gentile, moglie di Davide Cervia, Licia D’amico, avvocato della famiglia Cervia e il giornalista Gianluca Cicinelli, a lungo direttore di Radio Città Futura e autore di numerose inchieste.
Il Libro fotografico di Covino, presentato all’evento, diviene un esempio contemporaneo di come la fotografia sia considerata a tutti gli effetti, ormai da qualche decennio, uno strumento ufficiale di indagine dal ruolo descrittivo importante e un documento di testimonianza storica.
La fotografia diventa testimonianza
A partire dagli anni Quaranta, quando la fotografia cominciò a liberarsi dalla censura del Ventennio, approda a quel neorealismo che avrebbe fatto scoprire visivamente i gravissimi problemi di una Nazione stremata dalla guerra, acquisendo il merito di essere finalmente uno strumento democratico di verità.
Oggi si può tranquillamente affermare che la fotografia svolga un ruolo di primaria importanza nella documentazione del territorio e dell’indagine sociale, ma non solo: indiziaria. È con questo spirito che intere generazioni di fotografi, professionisti e amatori, attualmente si dedicano alla fotografia vissuta come testimonianza.
Perché la fotografia è scrittura della luce, anche utilizzata per farne racconto di verità.
Un mistero dei nostri tempi dipinge di Giallo il 12 settembre.
Quel giorno del 1990, a Velletri, Davide scompare misteriosamente. Spuntano alcuni testimoni che ne dichiarano il rapimento e la famiglia ipotizza da subito i moventi, riconducendoli alle sue conoscenze tecniche e militari. Gli anni seguenti sono un susseguirsi di episodi inquietanti e Il caso è tutt’oggi un giallo dalla trama discussa e complessa.
Per la famiglia di Davide, nel corso delle indagini, ci furono offerte economiche in cambio di silenzio, intimidazioni telefoniche, lettere di minaccia, false registrazioni.
“Il Caso C” fu archiviato dalla procura per l’impossibilità di individuarne i colpevoli, ma la famiglia invocherà successivamente il diritto di ottenere verità facendo causa al Governo. Secondo il tribunale, “la Marina non avrebbe fornito informazioni “tempestive, esatte e complete” sul conto di Cervia. Informazioni, secondo legali della famiglia, che se conosciute avrebbero potuto salvare la vita dell’ex militare.
Fonti ANSA: Leggi tutte le tappe del caso.
Chi è Alfredo Covino
Alfredo Covino, classe 73, è un fotogiornalista. La sua attività è legata al mondo della visual investigations e del documentario.
Dopo gli studi presso l’Istituto Europeo del Design di Roma, si è specializzato in Fotogiornalismo presso l’Istituto Superiore di Fotografia e Comunicazione Integrata (ISFCI) di Roma. Nel 2009 ha co-fondato Punto di Svista ed è entrato a far parte del Comitato di Redazione della testata giornalistica on-line “Punto di Svista – Arti Visive in Italia”.