Sono parole di pesante denuncia quelle di Four Paws contro Max Mara, organizzazione globale per il benessere degli animali. Che è rappresentante ufficiale in Austria, Australia, Bulgaria, Germania, Stati Uniti e Sud Africa del Fur Free Retailer Program, iniziativa della Fur Free Alliance (FFA). Che accusa il brand di vendere in maniera “nascosta” capi in pelliccia.
Four Paws contro Max Mara: cosa è successo
La coalizione internazionale attiva in oltre 35 nazioni mondiali di più di 40 organizzazioni che lavorano insieme per porre fine all’allevamento e all’uccisione di animali per la loro pelliccia, cui hanno aderito ad oggi 1.500 fra marchi e rivenditori. Che ha cercato di coinvolgere in questa protesta anche Max Mara, che ha risposto con il silenzio. Così, ci sono volute settimane intense di campagna contro il brand per l’eliminazione graduale della pelliccia. E arriva finalmente la risposta: il gruppo di Reggio Emilia ha rimosso tutti gli articoli in pelliccia dal sito internazionale del proprio gruppo. Si è però rifiutato di discutere la questione. Non ha pubblicamente preso le distanze dalla pratica. E non si è neanche impegnato a definire piani chiari di eliminazione graduale delle pellicce dai propri listini.
Questo è quanto denunciato da Four Paws su Max Mara. Che è stata molto chiara con un comunicato stampa che recita: “Oltre 274.000 e-mail di protesta, 5.000 chiamate e innumerevoli post sui social media non possono essere nascosti così facilmente come gli articoli in pelliccia all’interno di un negozio online. Né si può semplicemente nascondere sotto il tappeto la responsabilità di Max Mara per milioni di visoni, volpi e procioni uccisi, che devono morire crudelmente ogni anno per interessi legati alla moda”. Così dice Thomas Pietsch, responsabile Animals in Textiles presso Four Paws. “In un’epoca in cui le alternative senza animali sono così facilmente disponibili e la consapevolezza della crudeltà del settore e del suo impatto negativo sugli animali e sul clima è così evidente, la pelliccia è semplicemente fuori dal tempo. Continueremo incessantemente con tutti i nostri sforzi per spingere Max Mara verso un futuro gentile e senza pellicce”.
Di cosa si occupa l’organizzazione?
Fondata nel 1988 a Vienna da Heli Dungler, Four Paws sostiene un mondo in cui gli esseri umani trattano gli animali con rispetto, empatia e comprensione. Tra questi inclusi animali da compagnia, da fattoria e selvatici, nonché cani e gatti randagi. Sono presenti uffici sparsi in tutto il mondo, più 11 santuari a protezione degli animali. L’incessante lavoro ha permesso che già 20 nazioni in tutta Europa abbiano vietato la produzione di pellicce, a causa non solo della crudeltà sugli animali, ma anche dei rischi per l’ambiente e la salute pubblica.
Four Paws sottolinea infine che “questo primo passo di Max Mara arriva dopo le incessanti azioni di protesta da parte di tutti i partner della Fur Free Alliance (FFA). Inoltre, continuerà a chiedere all’azienda di seguire l’esempio di molti altri dei principali marchi di moda italiani, come Armani, Gucci e Versace, i quali hanno già abbandonato la pelliccia”, conclude il comunicato.
(Fonte: Fashion Network)
Marianna Soru
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