Dopo aver parlato a cuore aperto, e per la prima volta, della malattia contro cui sta combattendo da anni, ovvero al cistite interstiziale, adesso Francesca Neri racconta come questa condizione ha influenzato il rapporto col figlio Rocco, avuto da Claduio Amendola ormai ventidue anni fa.

“Tante volte ho detto a mio marito: “Su, prendi nostro figlio e vai”. Perché davvero in quei momenti vuoi restare sola, sapendo che nessuno ti può aiutare – spiega l’attrice al settimanale Oggi – Quando vedevo in lui la difficoltà, l’inadeguatezza, l’impotenza, soffrivo ancora di più e allora pensavo che, allontanandolo, avrei evitato almeno il suo dolore. Ma Claudio (Amendola, ndr) è sempre rimasto. Con tanti momenti di crisi, giornate durissime, litigi. Però c’è sempre stato. Claudio mi ha salvato. E anche il mio amico fraterno Stefano, che ora non c’è più”. 

Un calvario, quello di Francesca, raccontato nel libro Come Carne Viva, il cui periodo più buio è durato tre anni, quando stava chiusa in una stanza di casa sua, a cibarsi di serie tv e burraco on line. “Mio figlio Rocco non c’è stato, si è protetto”, continua la Neri, “e io ho veramente avuto paura di perderlo. Il terrore grande è stato che gli rimanesse impressa questa immagine della mamma dolente, immobile, depressa”. L’attrice confessa anche di aver pensato al suicidio, di aver sofferto enormemente per la perdita di un figlio, e per una mamma anaffettiva con la quale si è riconciliata poco prima che morisse.  Un’intervista-verità dove il dolore si alterna alla consapevolezza di una rinascita, cominciata nel 2020. “Proprio l’anno del lockdown che per me, invece, ha significato il ritorno alla vita”. 

Chi è Rocco Amendola, il figlio di Francesca Neri

Rocco Amendola è nato nel 1999. Ha due sorelle, nate dal precedente matrimonio del papà: Alessia, nata nel 1984 quando Claudio aveva 21 anni e Giulia, nata nel 1989.

Francesca Neri dopo la nascita del figlio ha deciso di dedicarsi esclusivamente alla famiglia allontanandosi dalle scene. Claudio in un’intervista a Verissimo ha raccontato “Ha scelto di occuparsi di nostro figlio. Credo che non si sia mai sentita così amata nella vita”.

Rocco ha una passione per il calcio, trasmessa anche dal papà il quale ha detto che quando il figlio aveva due anni e mezzo gli nascondeva i pupazzi facendogli credere che li avessero rubati i laziali per restituirli poco dopo, attribuendo il merito ai romanisti.

La malattia di Francesca

Ma intanto è anche un occasione per parlare della fibromialgia, che colpisce al 90 per cento le donne, e di sui si sa ancora molto poco forse perché questa malattia è riconosciuta in tutto il mondo tranne che in Italia.

La sindrome fibromialgica è una forma comune di dolore muscoloscheletrico diffuso e di affaticamento (astenia) che colpisce approssimativamente 1.5 – 2 milioni di Italiani.

Il termine fibromialgia significa dolore nei muscoli e nelle strutture connettivali fibrose (i legamenti e i tendini). Questa condizione viene definita “sindrome” poiché esistono segni e sintomi clinici che sono contemporaneamente presenti (un segno è ciò che il medico trova nella visita; un sintomo è ciò che il malato riferisce al dottore).

La fibromialgia spesso confonde poiché alcuni dei suoi sintomi possono essere riscontrati in altre condizioni cliniche. Il termine fibrosite era una volta utilizzato per descrivere questa condizione. Il suffisso -ite significa infiammazione- un processo che può determinare dolore, calore, tumefazione e rigidità.

I ricercatori hanno evidenziato che l’infiammazione non è una parte significativa di questa sindrome. Il nome fibromialgia o sindrome fibromialgica è pertanto più accurato, ed ha ampiamente rimpiazzato i vecchi termini utilizzati. La fibromialgia interessa principalmente i muscoli e le loro inserzioni sulle ossa.