Cinema

Franco Citti: nasceva oggi l’Accattone di Pasolini

‘’Voglio morire come i faraoni, con tutto l’oro addosso!’’

Così gridava Accattone, l’iconico personaggio interpretato da Franco Citti, affacciandosi da Ponte Sant’Angelo, nell’omonimo film di Pier Paolo Pasolini. Citti, un eterno ‘’ragazzo di vita’’ – così si faceva chiamare dai suoi amici –  che dal disagio della borgata romana del dopoguerra, arriverà a fare la storia del cinema italiano come attore e poi dietro la cinepresa.

Citti e Pasolini, un’amicizia e un sodalizio artistico

Nato nel ’35 a Fiumicino e cresciuto nella borgata della Marranella, Franco Citti è solo un adolescente quando nel 1955, suo fratello Sergio (anche lui regista) gli presenta Pasolini, in una pizzeria di Torpignattara. Un’amicizia, quella tra il poeta bolognese e i fratelli Citti, che darà luogo di lì a poco a un sodalizio cinematografico senza precedenti. Il 1961 è l’anno della svolta. E ‘’Accattone’’ sarà solo il primo di una serie di ritratti di una Roma che non ha niente a che fare con la Dolce Vita di Fellini. Il film è un viaggio: dall’anonimato della borgata al centro della capitale, dove i protagonisti si sentono finalmente visti.

Il vero Pierpaolo e il cinema che non c’è più

‘’Ho assimilato da Pasolini il modo di vivere la vita, il modo di guardare le cose.‘’

‘’Mamma Roma’’, ‘’Edipo re’’, ‘’Decameron’’, sono solo alcuni dei titoli che legano Pasolini e l’attore. Un incontro, quello con il poeta, che cambia per sempre le sorti di Citti. Il Pierpaolo che conoscono i suoi ragazzi di borgata, racconta in più occasioni l’attore, non ha niente a che vedere con il Pasolini intellettuale dei salotti culturali italiani. È un uomo solare, coinvolgente, sempre sorridente. È la persona che permette al giovane Franco di conoscere il cinema, suo grande amore per tutta la vita. Il cinema della ricerca spasmodica dell’inquadratura giusta, della magia dei sopralluoghi, dell’avere una storia da raccontare, qualcosa da dire e da trasmettere con potenza al pubblico. Un modo di fare film che oggi è solo un’utopia.

Franco Citti è Accattone

Come Pasolini ha sempre sostenuto, Franco Citti è Accattone. Una di quelle figure che riesce a fare rumore nella scena del realismo cinematografico come mai prima. Un uomo di cinema che rimarrà sempre fedele alle sue origini, portandole sul grande schermo con l’autenticità unica di quella che, alla sua morte avvenuta nel 2016, Dario Franceschini definirà ”poesia di strada”.

Caterina Frizzi

Seguici su Google News

Back to top button