In questo giovedì della seconda metà di novembre ricordiamo la morte di Franz Schubert. Compositore simbolo del Romanticismo tedesco, Schubert ha regalato al mondo centinaia di opere meravigliose. Sono molto noti i suoi lieder, canzoni con tematiche tipiche dell’epoca, come il viaggio, o l’amore non corrisposto.
Gli inizi
Le prime lezioni di musica Franz Schubert le riceve dal padre e da Ignaz, uno dei fratelli maggiori. Il primo vero maestro, però, fu Holzer, a cui Schubert dedicherà anche la Messa n°5 in Do maggiore. Grazie a queste lezioni in brevissimo tempo Franz riesce ad entrare nel Convitto di Vienna, ed è in questo periodo che inizia a comporre con regolarità. Suo insegnante al Convitto fu Salieri, che molti di noi ricordano come l’antagonista di Mozart nel film “Amadeus”. In realtà la rivalità tra i due non è mai esistita, o almeno non nel senso che viene suggerito nel film.
Le prime composizioni che scrive Franz Schubert sono per pianoforte a quattro mani, un genere di cui è considerato il più illustre rappresentante in epoca romantica. Oltre che al pianoforte a quattro mani, Schubert si dedica fin da subito anche al quartetto per archi. In particolare il quarto, specialmente nell’ultimo movimento, è considerato uno dei primi capolavori.
I capolavori di Franz Schubert
Ma è nella produzione di lieder che Schubert tocca i vertici della musica romantica. I due cicli più noti sono senza dubbio Winterreise (Viaggio d’inverno) e Die Schöne Müllerin (La bella mugnaia). Negli oltre seicento lieder composti, Franz Schubert ha lasciato un segno indelebile nella storia delle musica. Non solo attraverso diverse innovazioni all’interno del genere, ma anche sperimentando nuovi modi di concepire la forma musicale.
Per fare memoria di questo grandissimo compositore non possiamo non consigliare alcuni ascolti, segno tangibile del suo genio. Innanzitutto i due cicli di lieder cui abbiamo accennato, Winterreise e Die Schöne Müllerin. Poi naturalmente le ultime due sinfonie, L’incompiuta e La Grande, che è riduttivo chiamare capolavori. E infine, come brano più cameristico, il grande capolavoro per pianoforte e quartetto d’archi: il quintetto La Trota op. 114.
Umberto Turchi
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