
L’Unesco, l’agenzia delle Nazioni Unite per l’istruzione, la scienza e la cultura, nel suo rapporto Global Education Monitor del 2023, parla di come l’eccessivo uso del cellulare sia legato a un rendimento scolastico peggiore e che passare molto tempo davanti allo schermo abbia un effetto negativo sulla stabilità emotiva dei bambini.
Unesco: “Gli smartphone distraggono”

Il rapporto dell’agenzia dimostra che maggiore è il tempo passato da uno studente sui media digitali peggiore sarà il rendimento scolastico. Gli effetti negativi non riguardano solo la distrazione: un uso acritico dell’IT danneggia lo sviluppo fisico, emotivo, mentale e sociale. Ecco perché è bene vietarli a scuola. L’Unesco chiede soprattuto di non trascurare l’aspetto sociale dell’istruzione. In un mondo infatti dove le lezioni online sono diventate sempre più la norma, soprattutto nelle università, c’è bisogno di comprendere quando gli aspetti della tecnologia sono positivi e quando invece c’è bisogno di porre dei limiti.
Il divieto dei cellulari in un liceo di Bologna
Mesi fa, il dirigente del Liceo Malpighi di Bologna, Marco Ferrari, ha preso la decisione di vietare agli alunni di portare lo smartphone in classe. La motivazione è la seguente: “Il ragazzo si accorge che senza cellulare vive meglio e segue e studia di più magari anche nel tempo libero. Se tutto questo non lo impara a scuola, dove lo impara? I ragazzi scopriranno un’esperienza altra della vita. Il cellulare ti porta invece da un’altra parte, ti porta cioè dove vogliono i potentati economici. Perché Steve Jobs e Bill Gates hanno vietato le tecnologie ai loro bambini? Noi vogliamo fare il nostro mestiere e con il cellulare sul banco è impossibile”. Il divieto dell’utilizzo del cellulare esiste da tempo: secondo la Direttiva Ministeriale 104 del 30 novembre 2007 il cellulare a scuola si può portare, a patto che venga tenuto spento durante le lezioni e che non venga utilizzato per scattare foto, fare filmati o violare la privacy dei presenti.
La rivoluzione digitale
L’Unesco parla della rivoluzione digitale e della grandissima potenza di questa, ma dice che dovrebbe essere regolamentata nella società. Il suo utilizzo deve essere utilizzato per migliorare le esperienze di apprendimento e per il benessere del mondo dell’istruzione. L’agenzia nel suo rapporto Global Education Monitor del 2023, cita anche la Cina, che ha fissato dei limiti per l’uso dei dispositivi digitali come strumenti didattici, limitandoli al 30% di tutto il tempo dedicato all’insegnamento, e ha imposto pause regolari dallo schermo agli studenti. Solo la Francia nel 2018 per ora ha vietato l’uso degli smartphone nelle classi. I Paesi Bassi introdurranno questa nuova politica nel 2024.
Giulia Simonetti
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