Per i neo eletti presidenti di Italia e USA, ieri l’incontro al G7. Sul tavolo povertà, vaccini e la fine dell’America First
La prima di Draghi e Biden
Davanti uno schermo, seduti dietro una scrivania, prende vita il G7 ai tempi del Coronavirus. Italia, Francia, Germania, UK, Canada, USA e Unione Europea si sono incontrati per discutere delle problematiche comuni. Sul tavolo la sfida al superamento della pandemia, un piano di vaccinazioni a partire dai paesi più poveri e allo stesso tempo un programma Covax coeso tra i diversi stati. In questo panorama fanno la loro prima apparizione tra i “potenti” il neo Presidente del Consiglio, ma non nuovo agi occhi dei leader, Mario Draghi e Joe Biden. Per il Premier italiano la priorità è la “salute e bene pubblico globale“. Mentre il nuovo inquilino della Casa Bianca cancella Trump annunciando il ritorno all’Alleanza Transatlantica.
La generosità del G7
Da soli non si va da nessuna parte e la pandemia, nemico comune e globale, non guarda in faccia a nessuna prerogativa economico-sociale. Questa la visione condivisa tra i vari stati che ritengono questa una battaglia che non può esser vinta in solitudine. La priorità, dice Draghi, è creare un piano di vaccini che sia globale. Ottica condivisa dai vari leader di stato che scelgono così di mettere sul tavolo 7,5 miliardi da destinare per vaccinare i paesi più poveri. Uno stanziamento generoso che nasce dalla visione di Macron di intervenire in Africa per frenare nuove varianti di Sarc-CoV2. Ben 4 miliardi verranno quindi predisposti dall’amministrazione Biden, 1,5 dalla Germania e 1 miliardo dall’UE. Anche l’Italia prenderà parte al contributo da destinare dell’Act-A.
Biden e la fine dell’America First
Tra i vari interventi da sottolineare ci sono i 100 giorni chiesti da Boris Johnson per la creazione di nuovi vaccini e l’intervento del Presidente degli USA. Nel suo discorso, infatti, Biden ha sottolineato i pericoli provenienti da Cina e Russia. Secondo il leader Dem “bisogna respingere gli abusi economici della Cina e USA e Europa devono prepararsi ad una competizione ‘dura’ e di lungo periodo con Pechino”. Non da meno le accuse a Putin. Sottolineando il rifiuto di far rientrare la Russia nel G7 ed evidenziando quanto sia “una minaccia per le nostre democrazie“. Sprazzi di ritorno alla Guerra Fredda che spaventa il neo Presidente degli Stati Uniti d’America.
Emanuele Battaglia