Gabriele D’Annunzio, l’inventore dello Scudetto nel calcio

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Di Redazione Metropolitan

Non solo giornalista, scrittore, poeta ed eroe di guerra, ma anche fervente ed attivissimo uomo di sport. Appassionato di scherma, boxe, ippica, corse automobilistiche e tante altre discipline. E’ però nel calcio che Gabriele D’Annunzio diede il meglio di sé, lasciando il suo contributo più importante. Non tanto come atleta, quanto come inventore di quello che oggi è il simbolo per eccellenza di ogni squadra: lo Scudetto.

L’invenzione dello Scudetto

Il 12 Settembre del 1919 quando il comandante Gabriele D’Annunzio, alla testa di circa 2600 legionari, occupa la città di Fiume (odierna Rijeka, Croazia), proclamandone l’annessione all’allora Regno d’Italia (Reggenza italiana del Carnaro). Pochi mesi più tardi (precisamente il 7 Febbraio del 1920), viene deciso di organizzare una partitella amichevole tra i civili locali ed i militari italiani. Ed è in questa occasione che per la prima volta nella storia compare lo Scudetto. Sulle maglie dei propri compagni, rigorosamente azzurre, D’Annunzio appunta infatti uno scudetto tricolore all’altezza del cuore, che lui stesso ha disegnato per l’evento. Un vero e proprio omaggio alla patria.

Nonostante il risultato finale di 1 a 0 per i Fiumani (goal decisivo di un certo Tomag), è però la formazione del Vate a raccogliere la vittoria più importante, almeno in campo politico. Quel piccolo pezzetto di stoffa, infatti, ha un incredibile effetto propagandistico. La sua notizia comincia ad essere diffusa da tutti i giornali principali dell’epoca, diventando addirittura argomento di discussione nelle riunioni politiche tra i capi di Stato. Proprio grazie a questa geniale trovata, nel Gennaio del 1922, un sondaggio della Gazzetta dello Sport nomina D’Annunzio “sportivo dell’anno”.

La prima squadra ad esibire lo Scudetto sulle proprie divise è il Genoa nel 1924, in quanto Campione d’Italia nella stagione precedente. Tuttavia la nuova usanza ha una durata assai breve. Durante gli anni del Fascismo ai giocatori viene infatti imposta l’applicazione dello stemma sabaudo, affiancato dal fascio littorio. Lo scudetto tricolore, invece, viene riservato esclusivamente ai vincitori della Coppa Italia. Soltanto dopo Seconda Guerra Mondiale, e la relativa caduta del regime fascista, le cose torneranno come prima.

Gabriele D’Annunzio e la sua passione per il calcio

Gabriele D’annunzio matura la sua sfrenata passione per il calcio da giovanissimo, intorno al 1887, negli anni in cui si reca spesso a Francavilla al Mare, sua meta abituale. Qui, tra un Cenacolo di artisti e l’altro, si diletta spesso a trascorrere i pomeriggi sulla spiaggia, giocando con quel pallone di cuoio che un suo caro amico, il musicista Francesco Paolo Tosti, gli ha portato da Londra come regalo. Una sfera cucita a mano con stringhe, di quasi un chilo di peso e 70 cm di circonferenza, che in una partita gli costa addirittura due denti per un rimbalzo troppo violento!

Dopotutto, il calcio dà, il calcio toglie.

TARTAGLIONE MARCO

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