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“Gallo Cedrone”, stasera in tv Verdone imita Armando Feroci

Basta un nome, Armando Feroci. Era il lontano 1988, prima dell’avvento degli anni 2000. Un refuso, impomatato, occhiali fascianti, secondo le leggi dei paninari o degli ultimi coatti de’ borgata, s’imponeva con stile. “Anvedi che bel panettone! O’, quand’è che o scartamo?“. Rigorosamente a bordo della sua decappottabile, braccio steso fuori dalla carrozzeria a saggiare l’aria, avvista le prede arrivando da dietro. “M’hai flashato“, “ma chi t’ha scolpito Michelangelo?“. Pronto anche a non arrendersi agli insulti ricevuti, risponde “servatica eh?“. Il film di stasera in tv è “Gallo Cedrone“. Sarà più gallo di pollaio o cresta per apparire?

Siamo a Roma, quella delle ciriole per panino, del biondo Tevere, “ma sto fiume ce serve o nun ce serve?”, si interrogherà Armando. A sollevare il morale ci pensano i vecchi trasteverini, sempre uguali dai tempi di ‘Checco e Nina’. E Verdone, attore e regista del film, pare proprio uno di loro. Perché “Gallo Cedrone” stasera in tv è una bomba di film. Come la finta palla lanciata dal cannone sul Gianicolo: fa il botto!

“Gallo Cedrone”-CARLO VERDONE IN Er Fio Naturale De Elvis-Video YouTube

Gallo Cedrone, pavone di professione

È tornato il Verdone di sempre. Grandioso, con quel qualcosa in più che il mondo del cinema non insegna: carpire ed apprendere dalla strada. Osservare le persone, la forza dell’innocenza di certa gente, che non somiglia a nessuno, se non a se stessa. I vizi degli Italiani diventano vezzi, con Carlo. Ci faranno ridere, ma di noi stessi, questi personaggi familiari, buoni e giustificabili tutti. Convinto di assomigliare ad Elvis, Armando Feroci va a prendere la sua ‘regazzina‘ in giubbotto pelle bianca e frange, a cavallo della mitomania e della sua moto. Casco a stelle e strisce, e sciarpetta rosso smagliante, con cui pulisce gli specchietti con una alitata. Crede di essere il figlio naturale di Presley, e lo racconta senza pudore allo sgangherato fan club di Ostia. “Abbasta“, finalmente deve rivelare sto’ segreto.

Fino al deserto arriva Armando. Cambia enunciazione con “A bella samaritana“, ma l’approccio è sempre quello. Anche da volontario della Croce Rossa in Africa, sulla geep che trasporta medicinali, è intento a rimorchiare. Capace di far ridere la malcapitata araba “sotto qua’ tovaglia“. Una serie di episodi in “Gallo Cedrone” stasera in tv, con al centro sempre la stessa creatura. Non un burino qualunque, non gli occhiali a mascherina abbassati a caso, con la smorfia della bocca che si apre, ma con uno stile tutto suo. Ineguagliabile. Seduttore fanatico, incallito corteggiatore, vitellone quarantenne che si mette in piedi a mezzogiorno. Un dramma umano rivisitato a macchietta.

https://youtu.be/PqiemnmP83w
Gallo cedrone – Backstage- Video YouTube

Armando Feroci, già leggenda

“Non avevo capito che era cieca! Io pensavo che era na’ cieca de Praga!”. Dirà dopo aver conquistato il cuore di sua cognata, rubata al fratello odontoiatra. Si presenta a casa sua con in dono una bufala di Mondragone, e sentendosi gli occhi addosso dirà: “Lascia perdere il colore dei capelli, questo è un paglia e fieno che se fa a Miami“. Armando Feroci vede in grande: si candida anche a sindaco di Roma. “Con me si va nella città ridente, con me si va nell’eterno splendore“. Ruba per il comizio i versi a Dante, intervallandoli con i suoi: “Finalmente a Roma se score!”.

Ma Feroci è come il concorrente di Lascia o Raddoppia, capace di radunare gli amici al bar a vedere la puntata del quiz in cui gareggia: certo che va avanti, “è pieno de buffi!“. Si alzano in coro le voci nel locale alla vecchia maniera, un telefono a gettoni e il televisore in alto. Armando non si dimentica. Non è un coatto qualunque buttato giù in un copione, è di più. È una ‘strenna per i romani’, quel regalo augurale che si faceva nell’antica Roma; un dono, perché ciascuno possa imparare a ridere di se stesso. Una caricatura, al grido di “AO‘!”. Un riassunto umano della bellezza della capitale, per chi non osa descriverla tanto è grande, e la ritrova nei suoi personaggi. Nei Romani, che sono difficili da eguagliare. Sublimi, anche quando ti dicono “A bella puledra“. Frase da repertorio, ma che potrà sempre servire!

Federica De Candia per MMI e Metropolitan Cinema. Seguiteci sempre!

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