Game of Thrones è, per fortuna o per disgrazia, in dirittura d’arrivo; target imbattuto di attese logoranti ai limiti della schizofrenia, responsabile probatorio di traumi dalla durata permanente, casa natale di personaggi epici nella loro condotta. La serie ispirata al parto demoniaco concepito dalla mente gravida di George R. R. Martin è tornata, la notte del 14 aprile, per sfoderare gli ultimi colpi. InfoNerd, fedele alle tradizioni, rispolvera la rubrica “gli uccellini di Varys” e vi accompagna fino alla fine. Perculando tutto il perculabile, ovviamente. Siete pronti, instancabili masochisti?
Ed eccoci qui, dopo una settimana all’insegna del “eh mò? C’amma fa’?”, pronti a commentare insieme l’episodio più ansiogeno di tutto ‘sto amabile ambaradan. Perché se nella puntata pilota non ci si faceva che chiedere, con un’insistenza che tradiva una innocente condotta, chi sarebbe stato il prossimo a tirare le cuoia, in questo appuntamento il “volemose bene” è diventato il mantra della vita.
Accantonati tutti i dissapori e i gestucci smaliziati accumulati, dal tradimento al trucidamento casuale di un parente, facciamo ordine nelle priorità e decidiamo come trascorrere le ultime ore prima che gli extra-comunitari cianotici vengano a reclamare il permesso di soggiorno. Et voilà: il mio puntuale, poco sobrio, delirio post-visione.
Li avevamo lasciati così, a Grande Inverno, Jaime e Brann intenti a guardarsi nelle palle degli occhi avvolti da un delicato lezzo di letame (quello proveniente dall’aura dello sgamabilissimo Lannister). Subito dopo ci ritroviamo spettatori dell’ennesima riunione condominiale indetta, in questa occasione speciale, per avvallare o meno la richiesta del “biondo-lo-sai-di-chi-sei-figlio-tu? Di una grandissima puttaaa..na, na, na” (citazioni d’autore ndr): fittare un appartamento nello stabile per stare viscino viscino a tutti loro.
Le amministratrici, però, sono palesemente stronze, soprattutto la mocciosa ossigenata che da grande vuole fare la regina, e rivangano i bei vecchi tempi; quelli durante i quali Jaime era il Chiaro Ferragno della Pantene e, nel tempo libero, squartava qualche re a caso mentre depositava la sua firma per NON proteggere gli Stark dall’estinzione. Glielo ricorda pure Sansa più filtri che usa il potere del duo con la girlfriend del fratello. Manco la chiamata a casa ha potuto aiutarlo: Tyrion viene ammutato seduta stante.
Ma l’aiuto del pubblico resta ancora usufruibile, l’unica a dare la risposta corretta è Briannona: pronta a raccontare a tutti i presenti il passato eroico da Andrè Grandier di Jaime. Quando, per salvare la sua di lei spelonca dall’invasione brutale di alcuni porci, lui non ci rimetteva l’occhio ma la mano. Ed è subito colonna sonora di Lady Oscar.
Allora Sansa più filtri, che in fondo nasconde sotto il materasso gli inserti del Cioè e il poster a grandezza naturale di Joe Jonas, dà un bel “diesci” alla storia di Briannona e dà il benvenuto a Jaime nel condominio di Grande Inverno. Daenerys fa l’offesa ma sticazzi.
Nel frattempo Arya spia, da qualsiasi angolazione utile, un sudicio Gendry “versione operaio” durante le riprese del nuovo spot della Coca-Cola. Ma invece di chiedergli l’autografo, siccome è una ragazzina orgogliosa, gioca a fare la “secs” atteggiandosi a ninja, in una versione più spregiudicata di tiro a segno. E alla fine gli ricorda di prepararle l’arma. A quale lei si riferisca rimane un mistero solo fino ad un certo punto dell’episodio.
Brevissima parentesi tra Jaime e Brann che fanno pace nell’inquietante e suggestivo Parco degli Dei. Tanto ormai Jaime è il nuovo Siddartha, Brann ha rinnegato la sua identità trovando lavoro come stalker inespressivo dei Sette Regni, certi dissapori possono essere ormai dimenticati. Anche perchè mica è detto che non si creperà tutti in un lago di sangue, ribadisce il prozio di Clara. L’espressione consequenziale di Jaime non è proprio confacente ad una pace dei sensi ritrovata. E lezzo subitaneo fu.
Seguiamo l’incestuoso Lannister, ormai dedito al culto espiatorio di Claudia Koll, nella chiacchierata fraterno-goliardica con il fratello nano che ammette di essere co…sternato nell’apprendere di aver sbagliato dando fiducia a Cersei: inamovibile nel suo Credo da Stronza. E vai con l’ammissione segreta, da parte di quel buongustaio di Tyrion, che svela al fratellino il suo sogno nel cassetto: morire come la vecchia di Titanic, dopo gli 80 anni, al calduccio nel suo letto. L’unica discriminante giace nella presenza di una premurosa adoratrice di uccelli, inseritasi nel quadretto sopracitato.
Torniamo nelle stanze di Daenerys, ancora offesa e turbata come una quindicenne con il menarca, che viene disturbata da Jorah. Costui, irreprensibile masochista, ricorda al suo amore non corrisposto di non interrompere la friendship con Tyrion, anche se ciò vorrà dire rassegnarsi a non essere più il suo compagno di banco. E le vorrebbe pure confessare che gradirebbe ricevere un calcio nelle crystal balls da parte sua. Ma è timido e tiene questo sogno erotico per sé.
Subito dopo la diva Targaryen va a trovare la sua nuova amichetta: Sansa più filtri. Entrambe si stanno palesemente sul culo, è evidente che anche se si scrivono sotto le foto “6 belliximaaa amoreee11!”, in realtà si schifano e si odiano e duellerebbero a suon di tampax nelle notti di luna piena. Ma la regina dei fuochi di paglia prova a giocarsela d’anticipo, lancia i dadi e conquista il territorio “cose in comune che abbiamo”. Implacabile, sferra un attacco micidiale all’umile “rifugio dell’amore fraterno”. L’espressione è quella di zia Concettina quando ti rifila una caramella Rossana, anziché 5 euro.
Proprio quando Daenerys si preparava a festeggiare la sua vittoria incontrastata, mano nella mano con la cognatina, Sansa più filtri interrompe bruscamente l’idillio con una sola, semplice frase “sì ok, ma il Norde?”. Il silenzio degli innocenti. Gioco, partita, incontro. See you next time, bitch!
E’ l’imbrunire, siamo quasi in modalità “dopo Carosello tutti a nanna”, ma a questo punto della serie nessuno ha più dei genitori in vita che possono intimare alla prole di andare a dormire. E sia, partitina di Risiko per tutti con relative strategie in déshabillé, tanto non c’abbiamo più nulla da nascondere. Visto poi che siamo in modalità outing, Brann ci svela pure che è il target del re degli extra-communitari perchè c’ha il dono di Phoebe Halliwell, quindi vuole cancellare dalla circolazione tutta la memoria nel suo hard disk.
Evidentemente ha un passato da ottenebrare, un po’ come Eva Henger.
Stabiliti i ruoli e definite le tattiche per un “tana libera tutti” in extremis, seguiamo i nostri amici nel poco tempo da impiegare prima di crepare malissimo. Giosnò, il buon Sam e Edd decidono di fare il cosplay dei 3 moschettieri per l’ultima volta, in avanscoperta. Scrutano l’orizzonte e, senza troppi convenevoli, i due evidenziano a Sam/Aramis il suo essere pippa in battaglia. “E’ stato divertente giocare in allegria, c’è un solo inconveniente che il tempo vola via” cit. Bear nella grande casa blu.
Eppure i momenti più alti di tutto l’episodio si registrano nel dormitorio di Grifondoro. Lì, davanti ad un fuocherello premuroso, Tyrion organizza l’Ultima Cena. Le portate principali sono litri di vino, musica live, segreti scabrosi, siparietti drammatici e litri di vino. E litri di vino.
Il premio per la storia di Piccoli Brividi più spaventosa del reame, narrata attorno al caminetto, lo vince Tormund; la modalità espressiva, la dovizia di particolari, il realismo del racconto, tutti elementi vincenti che lasciano attoniti i giudici i quali, tra un “mò mi vomito” e un “fermatelo pls”, si arrendono alla superiorità incontrastabile. Guest-star: la zinna della trisavola di Hagrid, abbeveratoio ufficiale di un bruto di 10 anni. Briannona nasconde a stento il principio di un’eccitazione lontana anni luce. Prendi e porta a casa, Jaime. Ce l’ha più grosso Tormund, il vissuto.
Mutismo selettivo per il contrattacco del bel Lannister ManoMorta: l’investitura di Briannona, nella sua battaglia per i diritti #nogender, ci fa piangere lacrime di commozione. Meraviglia. 1 a 1 palla al centro. Tormund entusiasta, nonostante il pareggio, applaude con la stessa enfasi di Vladimir Luxuria davanti alla parata di un gay pride.
Ma ecco che definirsi forgiati dal fuoco di milleuno traumi non ci ha salvati al cospetto della scena a luci rosse tra Arya e Gendry. La leggenda narra che a turno, nel cuore della notte, un fan di GOT si svegli in preda ad attacchi di panico convulsivi. Segue la crescita repentina di un baffo scuro, un vocione baritonale e la frase urlata “svergognata, va subito in camera tua!”.
Certo è che la giovane, GIOVANISSIMA Stark ha deciso di optare, tra il congelamento delle gonadi e la ‘mbriacatura facile, per una sana sco..perta di un corso accelerato di “Imparando il corpo umano”. DeAgostini junior, vista l’età. Tsk.
Gli ultimi best moments, che rivedremo a mò di RVM strappalacrime negli anni che verranno, spaziano tra il bacio d’addio sessualmente unilaterale tra Missandei e Obama da giovane, la cazzutaggine traboccante di Lady Mormont che non si metteva al riparo manco quando giocava a nascondino a 3 anni, e il ritrovamento tra le due adolescenti che ne hanno passate tante: Sansa più filtri e Theon/Theona.
Chiudiamo con l’outing più importante dell’episodio, quello di Giosnò, come ogni soap-opera che si rispetti: “Daenè, so nipote tuo”. La reazione del ricettacolo ossigenato di sbalzi ormonali è la medesima di un personaggio X di American Pie. In quest’ultimo caso è la figa, per la Targaryen è il trono di spade. Dracarys il resto, compreso Giosnò e il fattore sentimentale “aidouannauei”.
Sullo sfondo, eccoli lì: gli extra-comunitari. Solenni e più al top che mai. L’espressione di chi si trova in avanscoperta è la stessa dei marinai che avvistano l’iceberg, dritto davanti a loro.
Game of thrones 8×02 – CONSIDERAZIONI FINALI
Senza avventurarci in ridondanti definizioni, anche a ‘sto giro ci siamo fatti un bagno nel ristagno globale. Ma, a dispetto della puntata precedente, questo naufragar m’è dolce in questo mar, per ovvie ragioni. I feels non si risparmiano, dopo 8 anni la serie si approssima ad un finale che, se sarà coerente nel suo stile, ci infliggerà una batteria di poco amabili risvolti. Lo sappiamo noi, lo sanno anche gli autori. Ho apprezzato, quindi, la dimensione conviviale di questi ultimi momenti che precedono l’ecatombe. Mi sono sentita coccolata in questa attesa e opportunamente rimpinzata d’ansia. Un bel 7 e mezzo in pagella. Non sono per nulla pronta per quello che verrà, ma il mio cuore gentilmente ringrazia.
Alla prossima settimana!
ALESSIA LIO
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