Il 23 giugno 2018 nella chiesetta di Rayne nell’Aberdeenshire si è svolta la cerimonia dinanzi ai parenti, agli amici e a quasi tutto il cast di Games of Thrones, la serie televisiva che ha attirato un numero record di telespettatori.
Quasi a non voler abbandonare il mood di Games of Thrones, Kit Harington (Jon Sow nel tv cult) ha voluto che alla cerimonia delle sue nozze con Rose Leslie, partecipasse tutto il cast, chiedendo alla produzione di sospendere le riprese per l’evento.
La scelta della location è stata lasciata a Rose Leslie, Ygritte nella serie tv, che ha scelto la Scozia suo paese di origine che con le sue verdi colline ricorda i paesaggi visti in Games of Thrones . Nata ad Aberdeen, nel nord-est del paese, la famiglia dei Leslie infatti è di nobili origini e possiede ben due castelli antichissimi, il castello di Lickleyhead, risalente al 15esimo secolo e situato nei pressi del paesino di Insch, dove il padre Sebastian, capo del Clan Leslie, vive con la madre di Rose. A una quindicina di chilometri si trova invece il castello di Wardhill, una fortezza del dodicesimo secolo che appartiene alla famiglia da oltre nove secoli ed è qui che si è tenuto il ricevimento.
Da giorni, l’evento definito dell’anno, rimbalza sui social in un susseguirsi senza tregua di commenti. Ci si è immediatamente concentrati sull’abito indossato da Rose Leslie. Firmato Elie Saab un abito bianco a sirena completamente di pizzo, caratterizzato dalle maniche lunghe e trasparenti, il corpetto ricamato, una gonna sinuosa e un lungo velo di tulle che si univa allo strascico. Ha scelto una coroncina di fiori bianchi tenuta sui capelli sciolti, un décolleté con tacco alto e un bouquet total white. Sui social paragonato a quello di Meghan Markle, l’abito della Ygritte dei Games of Thrones ne è uscito clamorosamente vincente. Accompagnata dal padre, che indossa il costume tipico del luogo, il kilt, appare nelle foto che stanno impazzando in rete sorridente e divertita.
Per quanto riguarda lo sposo Kit Harington ha sfoggiato un elegante tigth spezzato con pantaloni gessati sulle tonalità del grigio, giacca smoking scura, panciotto color panna, camicia bianca e cravatta.
Tra gli invitati c’erano anche Peter Dinklage, Maisie Williams, Shopie Turner, Emilia Clarke e Richard Madden anche lui con un kilt.
Ad attirare l’attenzione, dei social ormai da giorni e sicuramente di molti invitati alle nozze, è stata la mise scelta da Sophie Turner, la Sansa Stark di Games of Thrones, senza dubbio bellissima.Un vestito blazer doppio petto, scollo V di colore rosso, indossato su cuissard neri, sunglasses in tinta con l’abito. Forse tutto poco low profile? Il dress code di un evento cosi importante forse avrebbe richiesto un altro tipo di outfit ?
Il look scelto dalla Turner secondo innumerevoli commenti su Twitter, Facebook ed Instagram sarebbe inappropriato, considerato troppo sexy. L’abito che da alcuni è stato definito troppo corto, forse più adatto se indossato con un sandalo. Da altri paragonato ad un abito per una serata tra amici. In poche ore e da giorni la scelta di Sophie Turner ha generato l’assalto dei social. Commenti a dir poco “pesanti”, rivolti alla Sansa dei Games of Thrones, dettati dalla vista di un abbigliamento definito simile a quello di una donna di strada.
Ma la scelta di un abito può suscitare un tale scandalo? Il dress code di un evento cosi rilevante forse avrebbe richiesto un tipo di outfit diverso. Ma ciascuno di noi è libero di scegliere come vestirsi, o no?
Sophie Turner avrebbe potuto chieder consiglio a Michele Clapton, la costume designer di Games of Thrones oppure a Michele Carragher che ha cucito a mano sui costumi dei personaggi che abitano Westeros e Essos alcuni ricami simili ad opere d’arte mozzafiato e straordinarie. Non solo ogni ricamo è collegato in modo univoco al personaggio che lo indossa, ma racconta anche una storia, le storie dei personaggi di Gamens of Thrones, dettagli che implicano mesi di ricerca e lavoro, che hanno caratterizzato tutti i costumi della serie televisiva, ma che spesso gli spettatori non hanno neanche percepito.