Arriva oggi nelle sale Gatta Cenerentola, il film di animazione sulla Napoli moderna. Applaudita all’ultima Mostra del Cinema, la pellicola ha poco a che vedere con il classico Disney. Eppure resta una favola. Vi spieghiamo perché dopo aver visto il cartoon in anteprima ieri sera al cinema Adriano di Roma. 

Il titolo non sempre dice tutto: se leggi Gatta Cenerentola pensi subito al celeberrimo film di animazione Disney. Magari con la protagonista non più giovane donna ma dolce felina. Invece il cartoon diretto da Alessandro Rak, Ivan Cappiello, Marino Guarnieri e Dario Sansone non è nulla di tutto questo. E non è per bambini: tra spari, prostituzione e cocaina, protagonista è la Napoli moderna. E la visione è consigliata per persone non più in tenera età. 

Partiamo dunque dal nome: la nostra protagonista di nome fa Mia ma è soprannominata Gatta Cenerentola. Gatta perché alla cura dei felini, e a questi soli, ha votato la propria, infelice esistenza. Cenerentola, perché esattamente come l’eroina Disney da figlia di un ricco signore, è finita sporca e mal vestita alle dipendenze della matrigna e delle sorellastre. 

Gatta Cenerentola: personaggi e protagonisti

Il film è ambientato nella Napoli moderna, con tutti gli ingredienti del caso. Ci sono spaccio di droga e scene alla Gomorra, poliziotti che tentano di arrestare camorristi e criminali di ogni genere e nazionalità. E grandi “affari”. In questo scenario ci sono personaggi che finiscono per essere semplici pedine, mosse a piacimento dai veri personaggi, nel film come nella realtà. Sono pedine gli scagnozzi del Re e di tutti i capi. Sono pedine le sorellastre di Mia, 5 femmine e un “femminiello” che finiscono per essere sacrificate ai voleri della madre o matrigna: Angelica

È lei una delle protagoniste assolute: bellissima, mozzafiato, voce meravigliosa (è doppiata da Maria Pia Calzone, l’Immacolata Savastano di Gomorra), ma anche astuta e forte. Lei è il filo conduttore della storia: una donna che potrebbe avere tutto, perfino l’indipendenza, e che invece finisce ingannata dall’unico vero amore della sua vita: Salvatore Lo Giusto o il Re. Il motto di questo antieroe è molto indicativa della sua figura: “Salvatore Lo Giusto la prima volta avverte la seconda spara”.

Angelica e le figlie, le sorellastre de La Gatta Cenerentola Credits: ilcineocchio.it

Ma nel film ci sono anche le pedine che decidono di prendere in mano il loro destino e diventarne protagonisti. Sono Mia e Primo Gemito, la bodyguard poi poliziotto che la salverà e che ha la voce di Alessandro Gassman. A ben vedere, però, come in tutte le favole di oggi, la protagonista si salva in realtà da sola.

E poi c’è lei: Napoli. Di lei si parla e di lei si abusa, nel cartoon come nella realtà. Città bellissima nel prima del film e il cui splendore si intravede perfino dopo, quando finisce per assomigliare a una discarica a cielo aperto. Città che aspetta il suo riscatto.

La storia de La Gatta Cenerentola

La pellicola, nelle sale dal 14 settembre, inizia con l’omicidio di Vittorio Basile. Il personaggio, disegnato così da celebrare al contempo il ricordo di Vittorio De Sica e Giambattista Basile, viene ammazzato a freddo dal Re, il giorno del suo matrimonio farlocco con la collusa Angelica Carannante. Scienziato facoltoso e geniale, Basile paga la colpa di voler cambiare Napoli. Vorrebbe migliorare la città che gli ha dato i natali, regalandole un avvenieristico Polo della Scienza e della Memoria. Il progetto nel porto della città dovrebbe avere il proprio cuore nella nave Megaride, immensa e maestosa. L’omicidio rende schiava la sua bambina, Mia, e distrugge il suo progetto. 

Mia, la protagonista de La Gatta Cenerontola credits: napolike.it

Mia è anche l’erede universale di Basile: per questo il Re, Salvatore Lo Giusto, spacciatore e criminale incallito, vuole sposarla non appena avrà compiuto 18 anni. Le conseguenze non potranno che essere violente: la vendetta della matrigna, amante tradita e mancata “Regina”, sarà tremenda. Il tutto accadrà con la passione e la teatralità che contraddistingue i napoletani. E con una regia dai tempi giusti, scandita da una musica napoletana inconfondibile e al tempo stesso internazionale. 

Dicevamo all’inizio che la storia di Mia e di Gatta Cenerentola resta comunque una favola. Ed è vero. Perché come tutte le favole ha una morale, forse anche più di una. Quella che ho colto personalmente è questa: quando il futuro che abbiamo tanto atteso finalmente si rivela, non è mai come ce lo eravamo immaginato.

Buona visione.

Federica Macchia