Il Gay Pride è arrivato in Antartide. La manifestazione più importante della comunità LGBTQ+ è stata celebrata, infatti, nel 2018 anche ai confini del mondo. Il festeggiamento ha avuto origine per mano di un gruppo di ricercatori di una stazione USA che ha voluto dimostrare la presenza di una rappresentanza della comunità gay anche al Polo Sud.

Un Gay Pride tra i pinguini

Gay Pride in Antartide - Photo Credits transform!italia
Gay Pride in Antartide – Photo Credits transform!italia

Sono state dieci le persone che hanno organizzato il primo Gay Pride in Antartide. Si tratta di un gruppo di ricercatori della stazione McMurdo, ovvero una base antartica permanente abitata da pochi studiosi. Gli organizzatori, in particolare l’ideatore Evan Townsend, ci hanno tenuto a precisare che è importante festeggiare il Pride ovunque. Sono stati pianificati anche degli eventi, tra i quali una piccola parata.

“Per il Pride è previsto un programma fatto di serate a tema nell’unico bar della stazione, un cineforum con film dedicati e una mini-parata leggiamo ancora… In modo goliardico è stato redatto un documento d’intenti dove si dichiara di marciare per i diritti dei pinguini gay e abbiamo anche uno sponsor, l’unico negozio della base.”

Fonte: Gaypost.it

L’annuncio è arrivato direttamente dalla stazione, con una foto che ritrae i dieci organizzatori mentre mostrano la bandiera LGBTQ+. La stazione conta, generalmente, circa 900 persone, che nei mesi di inverno più rigido si riducono a 133 circa. Da ciò si può evincere quanto ridotta sia la comunità gay presente sul luogo. Nonostante ciò, Shawn Waldron afferma:

“Siamo riusciti a creare un gruppo molto unito anche qui.”

Fonte: laRepubblica

La storia del Gay Pride

Il Pride è una manifestazione aperta a tutti. Ogni individuo, a prescindere dal proprio orientamento sessuale e dalla propria identità di genere, può partecipare ai festeggiamenti che acclamano l’accettazione sociale di ogni persona. Questo evento ricorre ogni anno, in tantissime nazioni del mondo, nella maggior parte dei casi durante il mese di giugno, che viene infatti definito “Pride Month”. Ciò in ricordo dell’accaduto della notte tra il 27 e il 28 giugno 1969. In quella data la polizia fece un’irruzione violenta in un locale gay del Greenwich Village e i presenti furono accusati di indecenza. Questo episodio e le rivolte che si susseguirono subito dopo sono nominati moti di Stanewall, nome del bar in cui irruppe la polizia.

Le retate della polizia non erano certo una novità, ma quella notte la comunità decise di reagire. Questi eventi segnarono definitivamente la ribellione del popolo e la presa di coscienza della comunità gay. Il 27 giugno 1978 si tenne, a San Francisco, una manifestazione chiamata “San Francisco Gay Freedom Pride Parade”. Fu una sfilata vivace, colorata e rumorosa che aveva l’obiettivo di rivendicare la libertà di ogni individuo rispetto il proprio orientamento sessuale. Fu proprio quella volta che l’artista Gilbert Baker creò la Rainbow Flag, ancora oggi simbolo del Pride e della comunità LGBTQ+. La prima manifestazione dell’orgoglio omosessuale in Italia avvenne il 28 giugno 1981 a Palermo. A seguito di un delitto attuato nei confronti di due ragazzi omosessuali innamorati, venne creata l’Associazione Arcigay nel capoluogo siciliano che diede vita a questa ricorrenza. Il primo Gay Pride nazionale ufficiale fu organizzato solo nel 1994 a Roma.

Maria Giulia Varrica

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