Gaza colpita mentre Netanyahu affonda

Foto dell'autore

Di Redazione Metropolitan

Botta e risposta sulla striscia di Gaza, questa mattina sono stati esplosi dei colpi di mortaio su alcuni villaggi israeliani nel sud del paese. Pronta la reazione dell’aviazione israeliana, colpite le postazioni di Hamas a Gaza City.

(Foto dal web)

L’attacco palestinese non ha causato vittime, i colpi di mortaio sono stati intercettati da “Iron Dome”. Il sistema “Cupola di Ferro” in dotazione alla difesa israeliana, progettato per intercettare colpi di artiglieria a corto raggio, vero asso nella manica contro i limitati mezzi di Hamas. Si tratta dell’attacco palestinese più duro dal 2014, il tutto è stato scaturito dall’inaugurazione dell’ambasciata USA a Gerusalemme. Le proteste degli ultimi giorni hanno causato molte vittime tra i Palestinesi e l’Esercito israeliano viene accusato di violazione dei diritti umani a causa dell’eccessiva durezza nella repressione delle proteste. Tra le vittime ci sono anche dei bambini, fonti da Tel Aviv dichiarano che i minori vengono usati come scudi da Hamas. Una settimana fa il Ministro degli Esteri palestinese  Riad Malki era intervenuto all’Aja per chiedere alla Corte Penale Internazionale di avviare un inchiesta sulle colonie israeliane in Cisgiordania. Malki sostiene che ci siano prove inconfutabili che il Governo israeliano si sia macchiato di grazi crimini contro la popolazione palestinese in quell’area. L’Autorità Nazionale Palestinese era entrata a far parte della CPI nel 2015 con la forte opposizione di Tel Aviv. Netanyahu minaccia l’uscita di Israele dalla Corte dell’Aja, continuando a considerare l’Autorità Nazionale Palestinese ne più ne meno che un organizzazione terroristica. Un analoga posizione era stata espressa anche per quanto riguarda l’ingresso palestinese nei palazzi dell’UNESCO. Il Premier in queste ore è messo sotto accusa dal quotidiano israeliano Haaretz per un presunto conflitto di interessi riguardante l’apertura dell’ambasciata USA a Gerusalemme. Il Governo degli Stati Uniti avrebbe pagato 150 mila dollari allo studio legale ES Shimron, I. Molho, Persky & Co per seguire tutte le procedure riguardanti lo spostamento dell’ambasciata. I soci dello studio sono direttamente collegati a Netanyahu, uno dei soci dello studio è David Shimron, cugino del Premier oltre che avvocato di famiglia. Essendo oltretutto un inviato diplomatico del Governo, Shimron aveva giurato di non occuparsi più di questioni riguardanti il Consolato USA, promessa che secondo Haaretz sarebbe stata disattesa. Il cugino di  Netanyahu sarebbe coinvolto anche nello scandalo “3000” insieme ad altri componenti della cerchia più vicina al premier. Questo dossier riguarda l’acquisto di sottomarini di fabbricazione tedesca, transazione in cui ci sarebbero diversi casi di corruzione che riguarderebbero anche Shimron.

La situazione interna del Premier non è delle migliori, questo attacco mosso da Gaza se non altro sarà utile a distogliere l’attenzione dalla bufera di inchieste che colpiscono gli uomini del Presidente. Israele al di la della giusta solidarietà ricevuta da tutto l’occidente per gli attacchi, appare sempre più solo. Dall’Iran alla questione dell’Ambasciata, il ritrovato asse con Washington ha messo Netanyahu in rotta di collisione con l’Europa che, almeno per ora, sembra mantenere un ruolo terzo, realmente orientato per la risoluzione del conflitto.