È troppo tempo che non lo facevo, sono così emozionato” non l’ha fatto che ripetere ieri sera, Gemitaiz al concerto, il primo dopo tre anni. È partito con il concerto di ieri sera, infatti, il “Gemitaiz Summer Tour 2022” e ha già dimostrato, in un evento solo, tutta la potenza e l’energia di un ritorno in grande forma.
Accompagnato come sempre da Mixer T., il concerto di Gemitaiz è stata l’occasione per cantare a squarciagola il suo ultimo album. E non solo, “chi mi segue da tanto, tantissimo tempo, questa la conosce” anticipava il rapper prima dei brani classici, quelli storici che facevano ballare con i passetti doppi gli amiconi vicino le transenne. Quasi come fosse un modo per stringersi, intorno a vecchie glorie che hanno incorniciato momenti di passaggio nelle vite di tanti. E poi le ultime chicche, le canzoni nuove che rispecchiano l’energia buona di Gemitaiz, quella foga di correre e rincorrere le parole, in una metrica precisa e svizzera, come un metronomo pazzo.
Il concerto di Gemitaiz al Rock in Roma
Anni di attesa, gli ultimi di due di pandemia, che però hanno sublimato la solitudine in un fascino autentico che Gemitaiz ha riversato nel suo nuovo disco. Se è vero che “l’eclissi di sole è un evento raro quanto speciale, e può risultare triste o intimo ma mai banale”, il concerto di ieri ha confermato questo concept che si nasconde dietro l’ultimo successo del rapper italiano. Ore piene di entusiasmo ed euforia, con un ritmo sfrenato. Riesce davvero a non riprendere fiato? I discorsi amichevoli e semplici, come se a parlare all’intero Ippodromo delle Capannelle ci fosse l’amico delle birrette del venerdì sera. Un via vai di ospiti, tra Madman, Carl Brave ed Emis Killa, per darsi pacche sulle spalle ed esaltarsi a vicenda come fratelli. Un concerto dinamico, nei momenti in cui “sembrava di stare allo zoo” a quelli con l’accendino in mano.
Romano, classe 1988, il rapper che anche ieri sera ha ricordato molte canzoni con diversi featuring (Guè Pequeno, Fabri Fibra, Achille Lauro, Coez, Madman e Priestess) e si racconta, guardandosi dentro, senza filtri. Sempre una parola buona, anche per Coez, Venerus, Franco126 che non hanno potuto raggiungerlo: ma denotava l’umiltà del rapper italiana, di riconoscere sempre lo spazio musicale degli altri. La semplicità che poi, invece, si esorcizzava in una grinta mozzafiato (letteralmente), che trascinava la folla ed esortava, invitava, spingeva, condivideva l’enfasi di un momento tanto sognato. Forse, improvvisamente, tutto il silenzio dell’attesa fa questo rumore qui, quando si riaccende la luce: ritornare a ballare, a esagerare, a saltare. La forza di ritornare a cantare, in mezzo a Roma, con tutta quella gente: che, come ha detto Gemitaiz “non è mai una cosa scontata, essere ancora tutti qui”.
Le immagini sono a cura di © Valerio Sablone
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