Gennaro Vitrone, il vero “real” della musica a Caserta

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Di Redazione Metropolitan

Real” è un inglesismo frequentemente usato nella scena rap, anche se non tutti concordano all’univoco sul suo significato. In genere, real sta ad un insieme di caratteristiche umane e artistiche che fanno del soggetto interessato un personaggio che rispecchia e riporta, nel suo lavoro creativo, le sue esperienze ed ispirazioni nel modo più sincero e trasparente possibile. Gennaro Vitrone, per quanto sia un’icona del rock a Caserta, rappresenta quello che più possiamo descrivere in questo modo.

Forgiato da innumerevoli collaborazioni artistiche con i più grandi autori e cantautori della musica casertana, Vitrone si destreggia in una città in grave ritardo nella ricerca e nella promozione dei talenti. In una città dove è sempre più difficile portare arte e cultura, ma dove si intravedono degli sprazzi di speranza incoraggianti.

Gennaro Vitrone - Photo credits: Profilo Facebook
Gennaro Vitrone – Photo credits: Profilo Facebook

Metropolitan Magazine ha incontrato Gennaro Vitrone in un momento di calma apparente, dove è naturale e proficuo mettere le basi di un nuovo inizio. Il risultato è una riflessione profonda sulla situazione della musica casertana e nazionale dopo i mesi di reclusione dovute al lockdown che, oltre a chi ci mette la faccia sul palco, ha danneggiato anche gli importantissimi addetti ai lavori. E poi, sulla sua carriera musicale e sui nuovi progetti da portare avanti. Perchè la musica e la cultura non conoscono reclusioni alcune.

L’Intervista a Gennaro Vitrone per Metropolitan Magazine.it

MM: Caserta è una fucina di talenti che spesso faticano ad emergere. Tu che sei un pioniere della musica casertana, oltre ai vari talent show che annullano il concetto di gavetta, quale credi sia il problema nel valorizzare un artista nel tuo territorio?

Vitrone: “A Caserta, negli ultimi anni, i veri talenti emergono specialmente nel cinema e nel teatro. A livello musicale vedo un grande appiattimento, tranne qualche eccezione, ma non solo sul nostro territorio. Oggi è raro trovare giovani che fanno musica originale, i più si dedicano alle tribute bands o cercano direttamente di arrivare ai talent. Inoltre quando provano a scrivere materiale, spesso lo fanno lavorando al computer, a volte con il risultato di creare piattume. Io credo invece che si dovrebbe sempre partire dalla sala prove e dalla cantina. La tecnologia deve essere solo una grande opportunità. Comunque, qualcosa di estremamente valido sul nostro territorio c’è, mi riferisco a tutta la Campania. Mi piacciono tantissimo artisti come Giovanni Truppi e Blindur, loro già da tempo stanno conquistando un pubblico sempre più numeroso.

Non è una novità trovare in Vitrone un profondo piacere nella semplicità del rock’n’roll: Le cantine impoverate, vissute e sudate. Immaginando il Madison Square Garden. Il suo non è snobismo verso la tecnologia, ma un invito a rivivere certe sensazioni.

MM: Guardando e ascoltando i tuoi pezzi, sorge spontanea una considerazione: Sappiamo che sei legatissimo ai cantautori e musicisti casertani come il compianto Fausto Mesolella degli Avion Travel, però nei tuoi lavori sono forti le influenze di un certo british rock. Ci puoi dire quali?

Vitrone: “Gli Avion dagli anni ’80 in poi hanno indicato la strada. Siamo grandi amici da sempre, hanno fatto musica e continuano a fare musica di grande qualità. Il loro rigore, l’ossessione nel cercare di trovare la frase adatta per un testo o le note giuste per la musica è da esempio per tutti. Da loro ho imparato che bisognava avere un suono che ti caratterizzasse. Fausto Mesolella è stato il più grande musicista che abbia mai conosciuto, uno dei migliori chitarristi in circolazione. Ho provato a sviluppare un mio linguaggio e sicuramente in questo c’è tanta musica inglese. Penso ai Beatles, ai Depeche Mode, agli Oasis e The Smiths su tutti. In Italia adoro Pacifico e Riccardo Sinigallia, e se vogliamo andare a ritroso, Enzo Carella.

Foto backstage da “Torno al giardino” da Piccole Partenze – photo credits: web

L’impegno per la comunità casertana e il Parco degli Aranci

MM: A Caserta sei impegnatissimo in vari progetti culturali. Puoi parlarci della riqualificazione del Parco degli Aranci, dove tutt’oggi lavorano tanti cittadini con il fine di migliorare la situazione di quel quartiere?

Vitrone: “Abito in un quartiere a Caserta dove vivono quattromila persone. Qui c’è una bellissima villetta con parco giochi, ma negli ultimi anni era diventata un posto frequentato quasi esclusivamente da piccoli spacciatori e giovani violenti. Assieme ad un gruppo di volontari sempre più numeroso siamo riusciti piano piano a riqualificare l’area. Oggi la villetta sta ritornando alla bellezza di un tempo, ci autogestiamo, io per esempio faccio da custode e mi occupo assieme ad altri della chiusura. A breve ci saranno tante iniziative culturali proprio in villetta, già da settembre prossimo. Ovviamente darò una mano ad organizzare il cartellone.

Gennaro Vitrone – Foto di Francesco Campanile©

L’impegno nei confronti del proprio quartiere è nient’altro che un riconoscimento delle sue radici che, Vitrone, non intendere escludere dal suo percorso artistico.

MM: Il Covid 19 ha danneggiato il settore musicale e ha messo a rischio numerose figure del settore. Sei il direttore artistico di VIVO FEST, che si occupa di salvaguardare e diffondere la musica d’autore nella provincia casertana. Come si riparte dopo un evento del genere a rivivere gli spazi e le emozioni che queste iniziative sanno regalare?

Vitrone: “Purtroppo si naviga a vista. Il futuro è quanto mai incerto e la sensazione che tutto quello che si è costruito rischi di svanire. VIVO FEST negli anni si è ritagliato il suo spazio e ne vado fiero. Ma come tutti gli eventi, per poter portare gli artisti si affrontano dei costi, che sono più i meno quelli di qualsiasi piccolo festival. Ahimè, bisogna far quadrare i conti. Aspettiamo e vediamo cosa succede.

Ad ogni piccolo passo e la collaborazione con Tonia Cestari

MM: Ad ogni piccolo passo”, il tuo ultimo lavoro, ha riscontrato un buon successo sulle piattaforme digitali. Nel testo, scritto con Tonia Cestari, parlate di silenzi che si trasformano in riflessioni d’amore. Quanto è importante la dimensione del silenzio nel tuo processo artistico?

Vitrone: “Il singolo con video annesso è stato messo online nel febbraio 2020, una settimana prima del lockdown. Ovviamente tutte le presentazioni previste, in seguito sono state annullate. Nonostante tutto però il videoclip ha avuto molto successo. Il testo è stato scritto in gran parte dalla mia amica cantautrice Tonia Cestari. Una canzone che parla d’amore, scritta da una donna, artista, con tutta la sua grazia e la tenerezza. Ascolta il silenzio, un lusso per pochi, ecco che diventa una metafora ai tempi di oggi, una riflessione.

Il video di “Ad ogni piccolo passo”, scritto in collaborazione con Tonia Cestari

Progetti futuri per Gennaro Vitrone e la sua band

MM: Sapresti dirci quale nuovo inizio sta preparando Vitrone nei suoi prossimi progetti artistici?

Vitrone: Stiamo lavorando a nuovi brani per un lavoro che uscirà nel 2021. Proveremo a produrci in studio, una novità, come anche i testi che non saranno una mia esclusiva. Ormai la band è collaudata in tanti anni di lavoro, e ai miei musicisti storici, i chitarristi Gianpiero Cunto e Dario Crocetta, già da tempo si sono aggiunti il batterista Pasquale Iadicicco e il contrabbassista Donato Tartaglione. Alla produzione dei brani in studio ci sarà il polistrumentista Ubaldo Tartaglione con il quale già ho avuto modo di lavorare in passato.”

Questa è la fisionomia di Gennaro Vitrone, il cantautore del Parco degli Aranci, innamorato della chitarra di Mesolella. Il prossimo lavoro è già nella testa degli autori. Lui è pronto per questa nuova fase dove altre difficoltà si sono aggiunte a quelle di sempre. Amante della poesia ermetica di Ungaretti, ancora in carreggiata nella giungla di questo presente sospeso.

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