“Gianni Versace”, un racconto dedicato all’assassinio del famoso stilista

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Di Stefano Delle Cave

Benvenuti nell’universo narrativo di StoryLine. Il 15 luglio 1997 veniva assassinato a Miami il famoso stilista italiano Gianni Versace. Abbiamo perciò dedicato a lui il famoso racconto ispirandoci ad una famosa canzone dei Queen visto che il 19 luglio ricorre il compleanno del famoso chitarrista della band, Brian May.

Non vedo ora che il sole di Miami riscaldi i nostri cuori”, disse scherzosamente Gianni Versace all’amato Antonio mentre erano su un areo di ritorno dalla Francia. Curiosamente si erano incontrati proprio a Parigi durante un balletto. “Siediti accanto a me” aveva detto Gianni ad Antonio che da quel giorno non se ne era più andato dalla sua vita. Ora però era come se Gianni avvertisse la sensazione di lasciarlo da un momento l’altro portato via da qualcosa che non riusciva ancora a comprendere. Non disse nulla ad Antonio per non turbarlo definendola una semplice innocua sensazione, forse frutto di una stanchezza accumulata durante l’ultima sfilata.

Gianni Versace, la grande ossessione

Il racconto di StoryLine è dedicato a Gianni Versace
Ascoltando una canzone alla radio, immagine realizzata dal pittore Sergio Totaro

“Non voglio pietà, solo un posto sicuro dove nascondermi”, canticchiò nervosamente ascoltando una canzone alla radio e pensando a sua madre. Andrew aveva deciso di finirla di nascondersi e scappare via da quel mondo freddo che più volte l’aveva scaricato con la mamma in un posto dove non potessero trovarli. Prima però dove fare un ultima cosa: uccidere Gianni Versace. La sua era una grande ossessione nata dall’invidia e dalla gelosia verso un amore che lui non era mai riuscito a costruire. Ogni volta che chiedeva emozioni vere veniva sistematicamente scaricato e questo lo aveva condotto lentamente ad una dannazione fatta di fughe e sangue. Tu nella sua mente sarebbe finito dopo gli ultimi due colpi di pistola a Versace.

Gianni era finalmente giunto nella sua villa di Miami dove potè rilassarsi e staccare il cervello. Decise di non pensare a quella sensazione avuta durante il viaggio. Si lasciò cadere sul letto chiudendo gli occhi ma stranamente si rivide come a volteggiare lontano sulla sua casa. Inizialmente si lasciò andare poi mosse la sua mano sul letto in cerca di quella dell’amato che lo riportasse indietro. Non trovò nulla poi per fortuna Antonio lo chiamò di sotto per un tuffo in piscina. Gianni corse velocemente in giardino come se scappasse di qualcosa e non si fermò finchè non si fu tuffato. ‘Qualunque cosa accada nella vita, noi saremo sempre insieme”, disse poco dopo Antonio tranquillizzato da un bacio affettuoso dell’amato.

La fine di un amore

Il racconto di StoryLine è dedicato a Gianni Versace
Si era appostato all’esterno della villa di Versace, immagine realizzata dal pittore Sergio Totaro

Andrew quel giorno si era appostato all’esterno della villa di Versace. Ci era riuscito dopo essersi costretto diverse volte ad uscire di casa mentre un dolore lentamente lo divorava. “I miei sogni sono tutta la compagnia che ho tenuto”, ripetè ascoltando nuovamente la stessa canzone del giorno prima. Tra le mani una pistola che stringeva nervosamente aspettando che la vittima tornasse casa. “Un’ultima volta poi potrò trovare la pace”, disse iniziando quasi a piangere. Ebbe quasi l’idea per un attimo di mettere in moto la sua auto ed andarsene. Poi il rumore del portoncino della villa che si apriva lo riportò ai suoi insani pensieri mentre scese velocemente dalla macchina.

Gianni aveva deciso di uscire a fare una passeggiata. Per dimenticare i minacciosi pensieri degli ultimi giorni aveva deciso di comprare un regalo per se e per Antonio. Così quella mattina si era vestito con la sua solita eleganza ed era uscito usando la scusa di un veloce appuntamento di lavoro per fare una sorpresa ad Antonio. Qualcosa sulla porta lo fermò come se la strana sensazione dei giorni scorsi fosse tornata in modo più forte. Si fece coraggio ritenendolo l’ennesimo scherzo della sua mente e pensò che uno strano sogno non gli avrebbe rovinato la giornata. Due minuti dopo era a terra mentre nei suoi occhi si leggeva l‘inevitabile fine di un amore.

Epilogo

Aveva fatto davvero tutto ed era libero. Questo pensò Andrew qualche ora dopo in una house boat dove si era rifugiato. Qualche secondo dopo scoppiò a piangere battendo i pugni sul pavimento. “Ne ho abbastanza dello stesso vecchio gioco”, si disse ripensando alla canzone ascoltata negli ultimi giorni. Di nuovo aveva provato quella sensazione di vuoto come ad ogni omicidio commesso. Una sensazione che sperava non si verificasse più. Cercò di raggomitolarsi tra se per richiamare quell’amore materno che era stato il solo a dargli conforto. Un brivido gli percorse la schiena poi un colpo di pistola ed il buio mentre se andava via immaginando di essere tra le braccia della madre.

Stefano Delle Cave