Giano, uno dei più antichi dei italici. Nel nuovo appuntamento della rubrica ClassicaMente, la divinità degli inizi; colui che dà il nome al primo mese dell’anno, gennaio.
Giano: il dio romano che dà il nome al primo mese dell’anno
La figura di Giano, fra le più importanti divinità italiche, non risale a fonti della mitologia greca né alla mitologia etrusca: si ritiene che la sua figura si ispiri a Ušmu, dio sumero a due facce, conosciuto anche con l’appellativo di Isimud in età babilonese. Il dio degli inizi – come la mitologia latina lo riteneva – possedeva diversi epiteti; fra i più noti:
- Ianus Bifrons (Giano bifronte);
- Ianus Pater (Giano padre);
- Divum Deus (Dio degli Dei).
Una delle divinità più antiche della tradizione romano-italica, spesso invocato insieme a Iuppiter, corrispettivo di Zeus nella mitologia greca. Insieme a Quirino, Giano è l’unico dio appartenente alla cultura latina non proveniente dalla tradizione ellenica. La sua venerazione risale ad un’epoca arcaica quando, i popoli italici, legavano i loro culti ai cicli della natura come la raccolta, la semina e le messi.Il nome del primo mese dell’anno, gennaio – in latino Ianuarius – deriva proprio dal dio romano Giano. La simbologia del dio, nello specifico, rappresentava proprio il mutamento, il passaggio, l’inizio: gennaio è infatti quel mese che dà vita ai cambiamenti aprendo le porte al nuovo anno e a nuove possibilità.
Il dio nella mitologia e le sue peculiarità
Come sopracitato, la figura del dio diede il nome al primo mese dell’anno proprio per sottolineare un nuovo ciclo di inizio. Fu Numa Pompilio a stabilire tale regola: attuando la sua prima riforma del calendario chiamò il primo mese Gennaio in onore del dio, in quanto il primo dopo il solstizio invernale: iniziava con questo mese il ciclo di ascesa del sole.
La particolarità del dio romano è che si differenzia dalle classiche divinità dell’Olimpo: il ruolo di Giano è quello di un serio e affidabile; non capriccioso e dispettoso come la maggior parte delle divinità greche. Pare che fosse identificato con il Sole splendente nella volta celeste e incarnasse la personificazione del tempo. Altre fonti antiche attestano che avrebbe regnato sul Lazio dando origine alla vera e propria civiltà: istituendo riti religiosi ed edifici sacri.
Giano, iconografia: rappresentazione del passato e del futuro
La parte più curiosa riguardante questo importante esponente della mitologia romana è, sicuramente, la sua iconografia. Giano, infatti, è rappresentato e definito da numerosi fonti letterarie come Janus bifrons: Giano bifronte. Nelle pochissime sculture rimaste o nelle monete, il dio è infatti rappresentato con due facce contrapposta unite per la nuca. La sua doppia rappresentazione non è, tuttavia, sinonimo di ambivalenza o inganno: i volti che lo contraddistinguono in maniera opposta, sono legati al tempo; le due facce guardano una al passato e l’altra al futuro. Scrisse Plutarco, riferendosi alle entità primigenie di Roma e allo stesso dio:
”Giano fu un semidio o un re che al tempo dei tempi, secondo la tradizione, strappò gli uomini dallo stato ferino e selvaggio in cui vivevano: lo fece mediante le riforme politiche e sociali. Giano è rappresentato con due facce (i due Dioscuri) appunto a indicare che procurò agli uomini una forma e condizione di vita più elevata della precedente”.
Foto in copertina: Giano – Photo credits: oltrelalinea.news