Genio, talento e personalità poliedrica. Una carriera incredibile, la sua, tra teatro, cinema, televisione e doppiaggio. Di strada ne ha fatta quel ragazzone di via Sant’Eligio, fino a diventare una vera e propria icona della comicità italiana. Ma oltre ad essere un magnifico artista della risata, Gigi Proietti è stato anche un grandissimo tifoso di calcio. Un grandissimo tifoso della Roma.
Gigi Proietti e il suo amore per la Roma
Un amore profondo, viscerale, indissolubile, che addirittura lo portava a spostare le date delle prove e degli spettacoli per non perdersi mai la sua Roma. Oppure, quando proprio non aveva altre alternative, faceva installare un televisore sul set per guardare in diretta la partita. Insomma, in un modo o nell’altro, qualche mandrakata dal cilindro la tirava sempre fuori.
“Un pezzo di Roma che se ne va. Grazie di tutto, Maestro”. Lo ha celebrato così la società giallorossa, con questo semplice ma intenso post su Twitter. Un omaggio non solo a quello che è stato uno degli alfieri più importanti dell’intera romanità, ma anche un autentico e sfegatato lupacchiotto “dar core giallorosso”.
Lui che nel 2002 era anche stato nominato Cavaliere della Roma dall’ex presidente Franco Sensi (quello dell’ultimo scudetto), a consacrazione di un legame infrangibile tra un uomo, pieno di passione e fedeltà per quei colori, e quella squadra di cui si era innamorato da bambino.
Le parole di Francesco Totti
Anche Francesco Totti ha voluto ricordarlo con un ultimo saluto, dedicandogli un pensiero molto toccante, rilasciato sul quotidiano Il Foglio: “Va via un pezzo della nostra Roma, quella vera passionale e allegra. Come definire Gigi? Era un grande e il suo sorriso è stato e rimarrà unico. Gigi era presente al ricevimento per il mio matrimonio, ci vedevamo in qualche occasione e con la sua allegria e il suo grande carisma trasmetteva sempre grande gioia. Mi ha seguito per tutta la carriera da calciatore, era un grande tifoso romanista e ha rappresentato Roma nel mondo come solo noi veri romani sappiamo fare. Gigi ti voglio bene, anche dal cielo ci farai stare allegri. Roma ti sarà sempre grata”.
La voce roca, la parlata romanesca, la gestualità coinvolgente. E quel sorriso stampato sulla faccia, sempiterno e contagioso. Comico, cabarettista, attore, istrione straordinario, ma anche tifoso accanito di quella Roma che non ha mai smesso, nemmeno per un attimo, di seguire nella vita.
La barzelletta del posto libero allo stadio…
Famosa, tra le tante nel suo repertorio, quella barzelletta in cui un uomo si reca allo stadio, proprio per vedere la Roma, ma ha difficoltà nel trovare un posto libero. Dopo averne individuato uno, chiede al signore anziano accanto se quel posto fosse effettivamente non occupato. “Sì sì, è libero, è libero… ora è libero”, replica tristemente il signore anziano con qualche singhiozzo e qualche lacrima. L’uomo allora lo guarda, non sapendo bene che fare. Così il signore anziano comincia a spiegargli: “Io venivo qui allo stadio con mia moglie, questo era il suo posto, qui vicino a me. Quando la Roma segnava, ci abbracciavamo. Quando la Roma perdeva, piangevamo insieme. Ora lei non c’è più, è morta. Come faccio io ora a venire qui allo stadio senza di lei? Come faccio?”. “Eh, la capisco benissimo, non è facile. Ma non faccia così, magari ci può venire con qualche altro parente…”, prova a confortarlo l’uomo. Ma il signore anziano gli risponde: “No, oggi no: sono tutti al funerale di mia moglie!”.
E forse non sarebbe sbagliato immaginarselo proprio così, Gigi. Sul solito palcoscenico, circondato da luci, mentre agita le mani e sogghigna sornione sotto quella barbetta impertinente, inscenando una delle sue tante, esilaranti gag per divertire il suo nuovo pubblico. Perché, come diceva lui, “Se nun sai ride mi allontano. Chi non sa ride, mi insospettisce!”.
Buon viaggio, Maestro.
TARTAGLIONE MARCO
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