Si gioca in questi giorni il campionato mondiale di rugby subacqueo, una versione differente dal classico rugby. Andiamo a scoprire questa disciplina.
Immaginate di prendere una palla da rugby, un paio di pinne ed un boccaglio da subacqueo. Poi immergetevi sott’acqua e pensate di dover fare placcaggi e mischie. Già può sembrarvi una pazzia eppure si può, anzi esiste una disciplina del rugby giocato sott’acqua.
Anche se con il vero rugby giocato sul campo ha poco in comune; non c’è una palla ovale e non si è obbligati a passarla indietro, di certo non si calcia neanche tra i pali. Questi due sport hanno comunque in comune gli scontri duri e la passione di chi lo pratica. Andiamo a scoprire come funziona.
Il rugby subacqueo
Sulla nascita di questo sport ci sono diversi pensieri e idee, una storia vuole che siano stati i marines francesi che mentre erano in Kenya praticavano l’attività del rugby a scopo ricreativo sotto l’acqua con delle noci di cocco.
La vera nascita di questa pratica si attribuisce però a Ludwig von Bersuda nel 1961 a Colonia in Germania. L’idea nacque per dare la possibilità ai club di immersione marina di potersi allenare anche durante i gelidi inverni tedeschi.
L’idea piacque tanto che chi lo praticava non solo si teneva allenato ma si divertiva talmente tanto da creare delle vere e proprie partite nelle quali sfidare gli avversari.
Cosi nel 1964 si disputò la prima partita ufficiale di rugby subacqueo tra DLRG Mülheim e del DUC Duisburg. L’anno seguente fu la volta del primo torneo organizzato tra 6 squadre. Nel 1972 la federazione tedesca riconosce questo sport e viene organizzato cosi il primo campionato nazionale.
Ben presto questa disciplina comincia a diffondersi in tutta europa e nel 1978 si arriva ad organizzare il primo campionato europeo. Solo 2 anni dopo, nel 1980 invece il primo mondiale.
Come si gioca
Le partite vengono disputate in piscine di 10 metri di larghezza per 15 di lunghezza con una profondità di circa 4 metri. Le squadre sono composte da 12 giocatori di cui 6 in acqua e 6 pronti a dare il cambio a bordo piscina. La palla ha le dimensioni circa di un “pallone da pallamano” ed è riempita con una soluzione acqua e sale.
Lo scopo del gioco è quello di introdurre la palla nel canestro della squadra avversaria che è posto sul fondo della piscina. Le partite hanno la durata di 2 tempi da 15 minuti l’uno.
In caso di gol che viene assegnato dopo che la palla viene posizionata all’interno del canestro avversario, la squadra che lo ha subito riparte in attacco.
La caratteristica del rugby subacqueo è che si gioca tridimensionalmente in tutto lo spazio della piscina, basta non uscire dall’acqua. Inoltre come il rugby tradizionale è uno sport di duro contatto fisico ma l’acqua attutisce i colpi e impedisce infortuni gravi al fisico. E’ permesso il “placcaggio” ma non è possibile prendere o spingere l’avversario per il costume o per le pinne. In tal caso i tre arbitri di gara possono fischiare fallo.
Come ogni sport che si rispetti anche il rugby subacqueo ha dei schemi di gioco ben precisi e una tattica da eseguire. I giocatori hanno il proprio ruolo, ci sono portieri, difensori e attaccanti.
Insomma una vera e propria disciplina sportiva e con un regolamento ben dettagliato, anche abbastanza duro dal punto di vista dello sforzo fisico per l’impegno di stare sott’acqua e prendersi a spinte e pugni.
Se quest’estate avete voglia di rinfrescarvi in piscina allora perché non organizzare una bella partita di rugby sott’acqua insieme agli amici?
Per la cronaca si sono conclusi ieri gli undicesimi campionati mondiali di underwater rugby disputati a Graz, in Austria e che ha visto trionfare la Colombia e chissà se un giorno diventerà anche uno sport olimpico.