Il 4 Luglio del 2014 moriva Giorgio Faletti. Dopo una vita intensa e una breve malattia, a soli 63 anni, Faletti lascia questo mondo quando già era diventato ciò che Jeffery Deaver gli aveva predetto. Nel 2002 infatti, dopo l’uscita di “Io Uccido”, il famoso scrittore, autore del Il collezionista di ossa, dichiarò: uno come Faletti dalle mie parti si definisce larger than life. Uno che diventerà leggenda.
Se scrivere è l’arte per eccellenza, Giorgio Faletti viene ricordato per tutta la sua scrittura. Partendo dalla comicità, ha attraversato la musica, per approdare infine alla letteratura. In un’ Italia dove si legge poco, e gli scrittori faticano a vendere, lui ha sfondato il mercato. Milioni le copie vendute in tutto il mondo. Da “Io uccido”, considerato il suo capolavoro, a Niente di vero tranne gli occhi, Fuori da un evidente destino, a Io sono Dio; i suoi libri, hanno vinto tutto. De Laurentis ne ha pesino acquistato i diritti cinematografici. Anche se nessun film è stato ancora realizzato.
La nascita come uomo e come artista
Nato ad Asti nel 1950, è l’unico figlio di un venditore ambulante di forcine e bottoni. La mamma è sarta, e il nonno è un antiquario che raccoglie nel suo magazzino oggetti antichi: opere d’arte, mobili e libri. Proprio da quella collezione di libri sembra essere nata la passione di Faletti per i gialli americani. Il suo stile di scrittura è infatti classico di quel genere, a tratti potrebbe sembrare una sceneggiatura, se non fosse per l’analisi dettagliata della psicologia dei personaggi. È in quella che riconosciamo Faletti già dal primo libro, così come dall’ironia e da una certa visione della vita e del mondo. Tutto questo in barba a chi insinuò che non fosse lui in realtà a scrivere i suoi libri, ma un ghoast rider di cui ancora oggi nulla si sa.
La vita dipende da quante cose sai.
Laureatosi in giurisprudenza, abbandona presto l’idea delle scartoffie e della professione per muovere i primi passi nel mondo dello spettacolo.
Approda così in breve tempo al derby di Milano, città dove si era trasferito e dove vivrà. Il derby è il locale cult di quel periodo, da li prendono il volo insieme a lui, Diego Abbatantuono, Massimo Boldi, Francesco Salvi, Teo Teocoli.
Uno nessuno e centomila
Dal palcoscenico del cabaret, nel 1982 arriva il TV; debutta infatti al fianco di Raffaella Carrà nella famosa trasmissione “pronto Raffaella”, per poi continuare su antenna 3 Lombardia con Teo Teocoli; in un programma la cui regia era firmata da Beppe Recchia. Ma sarà Antonio Ricci a consacrarlo definitivamente, scritturandolo per quello che rimane ancora un programma simbolo di un modo diverso di fare televisione: drive in. Indimenticabile il personaggio di Vito Catozzo al quale diede vita per diversi anni. E poi “Fantastico 90” e “Stasera mi butto”.
Poliedrico, instancabile, con una capacità di scrittura straordinaria, era capace di scrivere una canzone in 5 minuti sul tovagliolo di un fast food, e un libro in tre mesi, cominciò una carriera da autore di testi e canzoni, anche qui con successo e non senza vincere premi. Scrisse per Mina, Milva, Fiordaliso, Masini, un album intero per Branduardi. E da cantautore arriva a Sanremo sbaragliando tutti e vincendo il secondo posto e il premio della critica con”Signor Tenente“. Infine il cinema nei due film “Notte prima degli esami” la cui interpretazione gli valse la candidatura al David di Donatello.
Giorgio Faletti, l’assurdo mestiere
Non è facile riassumere in poche righe la vita e il mestiere di quello che è stato uno dei personaggi italiani più di talento. Non c’era nulla che lui facesse che non risultasse di qualità e di successo. Scriveva sketch e riusciva a far ridere, recitava e riusciva a far ridere o piangere a seconda di quello che lui voleva. Scriveva romanzi e Ciampi gli conferì il premio De Sica per la letteratura nel 2005; dipingeva, scriveva canzoni ed era amato da critica pubblico, e anche quando a cantare non era lui, grazie ai suoi testi ,gli artisti vincevano importanti premi. Appassionato di sport e di corse automobilistiche partecipò persino a due rally come pilota. Sopravvisse ad un ictus e ad incidente in gara, incidente dal quale la macchina uscì completamente distrutta.
Ogni uomo lascia dietro di se una traccia impossibile da dimenticare.
Giorgio Faletti era un artista, di quelli veri, di quelli rari. Di quelli la cui traccia rimane viva per sempre. Giorgio Faletti è leggenda.
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