Si alza un coro unanime dalle piazze: “Giù le mani dall’Informazione” è il grido dei giornalisti contro le recenti dichiarazioni di Di Maio e Di Battista.

La Federazione Nazionale della Stampa ha organizzato flash mob nei capoluoghi di regione, ricevendo anche adesioni dai colleghi di Bruxelles e Londra, con lo slogan “Giù le mani dall’informazione”. I giornalisti sono intervenuto a seguito delle dichiarazioni fatte contro di loro da Di Maio e Di Battista a seguito sentenza di assoluzione per Virginia Raggi.

È intervenuta anche l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, a seguito della presa di posizione dei vertici politici, affermando:

“Ogni attacco agli organi di stampa rischia di ledere il principio costituzionale di libera manifestazione del pensiero, che è alla base del pluralismo dell’informazione e del diritto di cronaca e di critica”.

Le principali manifestazioni si sono tenute a Roma, in piazza dei Santi Apostoli alla presenza dei vertici della Federazione, e a Milano in via Vivaio. Altre mobilitazioni sono avvenute ad Ancona, Aosta, Bari, Bologna, Bolzano, Cagliari, Campobasso, Firenze, Genova, Napoli, Palermo, Perugia, Pescara, Potenza, Reggio Calabria, Torino, Trieste, Venezia.

Ma la risposta a questi eventi non si è fatta attendere.

Prima Luigi Di Maio, attraverso un video pubblicato su un social network, ha detto:

 “La libertà di informazione si garantisce prima di tutto migliorando le condizioni di lavoro dei giornalisti. Soprattutto i giornalisti sottopagati, al limite dello sfruttamento. Vogliamo garantire l’equo compenso” anche per i giornalisti. “La stampa deve essere libera! C’e’ una proposta di legge che incentiva i cosiddetti editori puri, che non hanno interessi politici né economici (…) Chi parla di dittatura oggi come Berlusconi, mi fa un po’ ridere perché rappresenta quella classe politica che quando era al Governo ha addirittura epurato giornalisti come Biagi, Luttazzi e Santoro. Poi abbiamo vissuto l’epoca renziana in cui Gabanelli, Giannini, Giletti, Floris, Mercalli, Porro sono stati mandati via dalla Rai e noi li abbiamo difesi”.

Poi Alessandro Di Battista ha aggiunto:

“E’ partita la difesa corporativista, puerile, patetica, ipocrita, conformista e oltretutto controproducente di una parte del sistema mediatico. Quando per orgoglio e malafede non sanno chiedere scusa per le menzogne scritte sulla Raggi, per la difesa a spada tratta di un sistema morente, per aver avallato il neoliberismo e tutte le sue nefandezze, partono con la solita litania: ‘giù le mani dall’informazione’

Il premier Conte, inoltre, in conferenza stampa dopo il summit di Palermo sulla Libia, incalzato con una domanda che riguardava proprio lo scontro tra giornalisti e i due membri del Movimento 5 Stelle, ha dichiarato: 

“Delle volte può capitare che, come voi attaccate violentemente, veniate attaccati violentemente con qualche affermazione lessicale che possiamo giudicare eccessiva”.

 

Claudia Colabono