Si celebra il 25 novembre, data che ricorda il brutale omicidio delle sorelle Mirabal nel 1960, la giornata contro la violenza sulle donne e la violenza di genere.
I numeri in aumento
Durante il periodo di lockdown, 44 donne sono state uccise dagli ex partner, aggravando ancora di più la situazione d’emergenza riguardo episodi di violenza domestica. Da marzo a maggio sono aumentate le richieste d’aiuto ai numeri anti-violenza e anti-stalking, rispetto all’anno precedente.
Il tema della violenza sulle donne, e più in generale della violenza di genere, è un argomento che si manifesta sempre più nella nostra società: gli stessi luoghi di lavoro possono rivelarsi spazi di discriminazione e di molestie e la casa è anch’essa un’ambiente di lavoro, seppur ancora non riconosciuto dai più.
La violenza di genere rimane un’emergenza pubblica
Il fenomeno continua a rimanere un’emergenza pubblica, dal momento che le notizie di violenze contro le donne, omosessuali, trans, affollano ancora troppo spesso le cronache dei giornali. Va ricordato che l’aggressione di genere non si manifesta unicamente in forma di violenza fisica, ma anche attraverso minacce, pressioni psicologiche, stalking che possono sfociare in omicidi e femminicidi. Alla base di queste violenze c’è il malsano convincimento per cui il rapporto tra uomo e donna non può svolgersi in assoluta parità.
Le istituzioni accolgono il grido d’allarme
Per il capo dello Stato Mattarella «spezzare la catena della violenza contro le donne significa contrastare ogni forma di sopraffazione, di imposizione e di abuso. In una società democratica le donne non devono avere più paura di subire violenza, in casa, sul lavoro, in tutti i luoghi e i contesti in cui ritengano di realizzare la propria personalità». Le istituzioni hanno accolto il grido di allarme delle stesse donne da tempo impegnante ad estirpare la disparità di genere dalla nostra quotidianità che sembra ancora non riconoscere totalmente la parità uomo-donna.
Non Una Di Meno
Il movimento femminista Non Una Di Meno, nonostante le difficoltà imposte dalla pandemia, torna in piazza con lo slogan «se ci fermiamo noi si ferma il mondo».
«In questi mesi le nostre vite sono state travolte, non ci siamo mai fermate – scrivono le attiviste in un comunicato – Ma è sempre più urgente fare sentire la nostra voce contro l’aumento vertiginoso di stupri, femminicidi, violenze domestiche che ha segnato i mesi di questa pandemia».
L’obiettivò sarà allora quello di ri-costruire una società in cui sarà estirpata la disparità di genere nel riconoscimento della parità e del rispetto.