Giornata mondiale della salute mentale 2020 e gli effetti del post lockdown

Foto dell'autore

Di Redazione Metropolitan

La pandemia di Coronavirus ha stroncato molte vite e abitudini, portando dei consistenti cambiamenti nella quotidianità delle persone e provocando un forte impatto sulla psiche umana.

Giornata mondiale della salute mentale 2020 celebra le debolezze causate dal lockdown

Oggi, 10 ottobre 2020, si celebra il ventottesimo anniversario della Giornata Mondiale della Salute Mentale, ricorrenza istituita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e conosciuta in tutto il mondo come Mental Health Day. Gli obiettivi principali sono sensibilizzare la popolazione sui disturbi mentali che affliggono donne e uomini di tutte le età e sradicare tutti i tabù che ruotano intorno a tali patologie. Quest’anno, una particolare attenzione va all’impatto che la pandemia di Covid 19 ed il conseguente lockdown hanno avuto sulla salute mentale di tutti coloro che sono stati costretti all’isolamento e alla quarantena.

I principali sintomi

Uno studio condotto da Elma Research per Angelini Pharma, in sei diversi paesi europei maggiormente colpiti dal lockdown, ha evidenziato le tre nazioni con l’impatto più forte dovuto dall’incidenza del Covid 19: la Gran Bretagna, la Spagna e l’Italia. In una batteria di 6.000 interviste, il 58% dei cittadini ha avuto dei disturbi psicologici con una durata massima di 15 giorni durante l’isolamento. Ma quali sono stati i sintomi più frequenti? In primis, l’insonnia: la difficoltà a dormire ed i risvegli notturni sono la conseguenza di un sovvertimento delle abitudini quotidiane, delle tante preoccupazioni, delle incertezze sul futuro, della mancanza di interazioni sociali fisiche e di tutti gli aspetti legati alla segregazione. Altri stati psicologici citati sono stati la tristezza, la voglia di piangere, i timori, gli attacchi d’ansia e la mancanza di piacere nel fare le cose.
Secondo lo studio, la maggioranza della popolazione sottoposta al sondaggio ha risposto di aver riscontrato almeno due dei sintomi sopracitati.

La condivisione come soluzione ai problemi

In un periodo di totale isolamento, la maggior parte delle persone (51% degli italiani) che ha vissuto questa fragilità psicologica ha scelto di condividere le proprie debolezze con il partner, i familiari e gli amici più vicini. Perché solo il 34% degli italiani ha preferito affidarsi ad una figura professionale? La risposta è l’informazione. Una minima parte delle persone coinvolte ha ricercato le cause dei loro squilibri ed ha esplorato il tema della salute mentale legato alla pandemia. Una conseguenza che lega la sfera dei disturbi psicologici allo scaturire di vergogna ed imbarazzo, stigmatizzando una patologia non meno grave di altre. D’altra parte, il lockdown ha reso consapevoli molte persone sul rischio dei disturbi mentali: il 71% degli italiani ha ammesso di aver sofferto di questo malessere.

Le parole degli esperti

Agnese Cattaneo, global chief Medical Officer di Angelini Pharma, ha dichiarato che “il lockdown sia stata un’esperienza che ha inciso notevolmente sulla salute mentale delle persone. Soprattutto, in alcuni paesi come l’Italia, le persone non possono essere lasciate sole; vanno favorite le condizioni per il ricorso alle figure professionali, dal medico di medicina generale allo psicologo e allo psichiatra. La Giornata Mondiale della Salute Mentale è proprio l’occasione per fare informazione sull’argomento e per combattere l’alone di pregiudizi che ancora circonda questi disturbi”. 
In occasione del ventottesimo anniversario, anche Sandra Zampa, Sottosegretario alla Salute, ha voluto mettere in luce l’importanza della cura e prevenzione della sanità mentale in un paese civile: “Per abbattere il muro che ancora circonda queste patologie dobbiamo indirizzarci verso una salute mentale di comunità”.

Infatti, quello che è emerso dal dibattito politico e sociale della Giornata Mondiale della Salute Mentale è stata proprio la richiesta d’impegno da parte dello Stato di dare supporto alle fragilità dei cittadini, alla sensibilizzazione della tematica e al definitivo sgretolamento di un tabù che impedisce l’accesso alle cure.

Chiara Bigiotti