Giovanni Gentile, una mostra celebra uno dei più importanti filosofi del ‘900 a ottant’anni dalla morte

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Di Redazione Metropolitan

La mostra su Giovanni Gentile, a 80 anni dalla morte, apre al pubblica martedì 16 aprile per celebrare uno dei più importanti e illuminati filosofi del ‘900 europeo. La mostra, dal titolo “Scendere per strada. Giovanni Gentile tra cultura, istituzioni e politica“. si terrà all’Istituto Centrale per la Grafica a Roma.

Giovanni Gentile, una mostra a 80 anni dalla sua scomparsa

Giovanni Gentile mostra

Scendere per strada. Giovanni Gentile tra cultura, istituzioni e politica“: è questo il nome della mostra dedicata a uno dei più grandi filosofi del ‘900 europeo, Giovanni Gentile, che aprirà al pubblico martedì 16 aprile 2024, a Roma, all’Istituto Centrale per la Grafica. Il Ministro della Cultura ha detto, visitando l’anteprima della mostra:

”Giovanni Gentile è stato riconosciuto da autorevoli studiosi uno tra i più importanti filosofi europei del Novecento, insieme a Benedetto Croce. La sua è un’elaborazione teorica che offre ancora oggi spunti, dal richiamo al Risorgimento oppure come quando nel saggio postumo ‘Genesi e struttura della società italiana’ individuò il valore della comunità. La stessa scelta del titolo indica una visione: ‘Scendere per strada’ è un motto che lo stesso Gentile adoperò per esortare gli intellettuali a proporre la cultura tra la gente”.

All’anteprima – come si apprende dal sito del Ministero della Cultura – erano presenti anche il Presidente del Senato, Ignazio La Russa; il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani; il Sottosegretario alla Cultura, Lucia Borgonzoni; e, ancora, il Sottosegretario alla Difesa, Isabella Rauti.

Presenti anche il presidente della Commissione Cultura della Camera, Federico Mollicone; il presidente della Commissione Sanità, Lavoro e Affari Sociali del Senato, Franco Zaffini; il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri. Ma, anche, i deputati Alessandro Amorese Ilaria Cavo e gli eredi della famiglia. Infine, il Direttore Generale Educazione e Ricerca del MiC, Andrea De Pasquale; il Direttore generale della Direzione Creatività contemporanea del MiC, Angelo Piero Cappello; il Direttore dell’Istituto storico italiano per l’età moderna e contemporanea, Giuseppe Parlato. Per concludere, i Presidenti di Cinecittà e Anica, Chiara Sbarigia Francesco Rutelli, il produttore cinematografico e televisivo, Pietro Valsecchi.

La mostra in dettaglio

Il titolo della mostra si riferisce a una frase dello stesso Gentile, ucciso il 15 aprile del 1944, in cui esorta a partecipare alla vita e alla storia della propria nazione.

«Quando tutti gli italiani saranno scesi in strada e penseranno e rifletteranno senza sentire più la tentazione di tornare alla finestra, l’italiano comincerà ad essere quel gran popolo che deve essere».

La mostra racconta l’uomo Giovanni Gentile: settantacinque opere esposte provenienti dalla Fondazione Roma Sapienza, l’Archivio Giovanni Gentile, l’Istituto della Enciclopedia Italiana, l’Istituto Italiano di Studi Germanici, l’Istituto Comprensivo Regina Margherita e il Museo delle Civiltà. Un percorso divisi e articolato in tre aree che ripercorre i momenti cruciali, accademici e politici, del filosofo.

La prima sala è dedicata all’Enciclopedia Italiana, al Centro Nazionale di Studi Manzoniani, all’Istituto Italiano per il Medio ed Estremo Oriente e all’Istituto Italiano di Studi Germanici. Questi ultimi, nella concezione gentiliana, importanti per allargare il sapere al di fuori dei confini nazionali.

Nella seconda area, come si legge nel comunicato stampa sul sito ufficiale del MiC:

”La seconda sala è incentrata su altre due istituzioni culturali che ebbero un legame forte con Gentile: la Scuola Normale Superiore di Pisa, che lo ospitò prima come studente e poi come direttore, e l’Accademia Nazionale dei Lincei. Sempre in questo ambiente, ampio spazio è dato alla complessa Riforma Gentile pensata ed emanata con una serie di Regi Decreti nel 1923, che diede vita a una scuola selettiva e gerarchica nutrita di tradizioni storiche e studi umanistici. Vi sono anche approfondimenti sull’Istituto Nazionale fascista di cultura e sulla morte del filosofo il 15 aprile del 1944 per mano di un gruppo di partigiani fiorentini”.

Nell’ultima sala, invece, un video con immagini d’epoca per far immergere lo spettatore nella vita del filosofo.

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