La compagna di Giucas Casella è Valeria Perilli ed è una famosa doppiatrice, annunciatrice televisiva ed attrice. Amatissimo dal pubblico, molto seguito sui social e soprattutto in televisione ogni qual volta se ne presenta l’occasione, Giucas Casella è tra gli illusionisti e personaggi televisivi più seguiti.

Come in tantissimi sicuramente già sapranno, Casella comincia la sua carriera nel mondo dello spettacolo italiano diversi anni fa ed il suo numero più utilizzato in televisione è l’ipnosi. In realtà, le sue esibizioni, sono considerate più uno spettacolo televisivo che magia ed infatti si è spesso esibito all’interno di diverse trasmissioni come ‘Quelli che il calcio’ con un numero fatto insieme a Simona Ventura.

La compagna di Giucas Casella è Valeria Perilli ed è la figlia del famoso sceneggiatore e regista Ivo Perilli e della nota attrice Lia Corelli, nonché sorella di Plinio.

Maggiormente, la Perilli è nota per il suo lavoro di doppiaggio ed in modo particolare per aver prestato la voce a Miranda, noto personaggio di ‘Sex and the City‘ ed anche a Lalla, noto personaggio di ‘La tata‘.

Un altro ruolo molto importante come doppiatrice arriva diversi anni fa, quando la Perilli diventa la doppiatrice della segretaria di Hercule Poirot nell’omonima serie; inoltre è anche stata la signorina buonasera dal 1984 fino al 1991 su Rai 1.

Tra i programmi più noti che a cui la doppiatrice ha presenziato anche se in veste di conduttrice o altro vi sono: ‘Cinema Domani‘, ‘Tempo libero‘, ‘Prossimamente‘, ‘Premio Chianciano‘ ed è anche stata lettrice al TG3.

Giucas Casella, Valeria Perilli il segreto del loro amore? C’entra Pippo Baudo

L’amore tra Giucas e Valeria Perilli è grande e qualche tempo fa, durante una lunga intervista all’interno dei programmi della Barbara D’Urso, il noto illusionista ha svelato il segreto della sua relazione che dura da più di trent’anni e perché la coppia si è tenuta lontana dai riflettori.

Giucas spiega: “Ho sempre nascosto la presenza di Valeria su consiglio di Pippo Baudo, che mi suggerì di non dirlo per scaramanzia. Le storie che finivano sui giornali andavano male“.