Nelle ultime settimane uno degli argomenti più dibattuti è senza ombra di dubbio quello della corsa al Quirinale. Sono svariate le posizioni che in questi giorni si stanno scontrando in merito all’elezione del nuovo Presidente della Repubblica Italiana, tant’è che designare un degno successore di Sergio Mattarella si sta rivelando un’impresa a dir poco ardua. Ci sono molti dubbi, sia all’interno che al di fuori delle aule parlamentari, e questo di sicuro non è positivo, soprattutto alla vigilia della prima votazione prevista per il prossimo 24 gennaio. Tra le varie speculazioni, al momento, l’unica certezza sembra essere la candidatura di Silvio Berlusconi. Ed è proprio per questo che Giuseppe Conte ha indetto nella serata di ieri una riunione straordinaria del Movimento 5 Stelle, nel corso della quale è stata valutata l’ipotesi di presentare Liliana Segre come candidata della fazione pentastellata.
Le alternative di Giuseppe Conte per la votazione del Presidente della Repubblica
Senatrice a vita, attivista, superstite dell’Olocausto e testimone della Shoah italiana, Liliana Segre è certamente una delle personalità più rispettabili (e rispettate) sulla scena politica nostrana. Ma sarà la figura adatta a rivestire il ruolo di Capo di Stato? Secondo Giuseppe Conte si, o perlomeno così pare. A differenza sua, però, in tanti sono scettici a riguardo. Persino tra i Cinque Stelle ci sono alcuni che non sono affatto convinti dalla proposta dell’ex Presidente del Consiglio. Certo, avere una donna al Quirinale rappresenterebbe sicuramente un grande cambiamento e un chiaro passo avanti per l’Italia. Ma a giocare a suo sfavore, tra le altre cose (come il disaccordo delle forze politiche), c’è effettivamente la questione dell’età anagrafica. Alla veneranda età di 91 anni, infatti, quello del Quirinale potrebbe risultare per lei un compito piuttosto gravoso.
Ad ogni modo, non è possibile dare delle risposte puntuali, almeno per adesso. Specialmente perché diverse sono le alternative al vaglio dei vertici del Movimento. Una di queste, e rimarcata in più di un’occasione, sarebbe quella di abbandonare la Camera in sede di voto in base alle circostanze. Difatti, qualora quella del Cavaliere si rivelasse una “minaccia” concreta, questa sarebbe la sola carta da poter giocare insieme alla consegna delle schede in bianco. C’è chi vi ravvisa degli evidenti segnali di debolezza e chi, invece, una via d’uscita in extremis. Non resta da far altro che attendere gli sviluppi nei giorni a venire per avere maggiori informazioni in merito.
Scritto da Diego Lanuto.
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