A Giuseppe Di Stefano, tra i cantanti lirici più apprezzati del Dopoguerra sarà dedicato oggi uno spazio durante la trasmissione “Oggi E’ Un Altro Giorno” a partire dalle 14:00 su Raiuno.

Nato a Motta S Anastasia nel 1921, si avvicina al mondo della lirica grazie all’amico Danilo Fois che lo coinvolge invitandolo al loggione della Scala, dove inizia la formazione canora. Si arruola nell’esercito per lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale ma a causa della sua indisciplina finisce in cella. Un medico ufficiale lo definisce “Più utile all’Italia come cantante che come soldato” e per questo ottiene una licenza prima della partenza delle milizie nostrane per il fronte russo dove subirono uno sterminio.

Giuseppe Di Stefano, il successo

Intraprende il percorso di cantante di avanspettacolo sotto lo pseudonimo di Nino Florio esibendosi in Svizzera per Radio Losanna ed al termine del conflitto debutta come protagonista di Manon opera di Jules Massenet a Reggio Emilia ed in contemporanea anche la carriera internazionale al Gran Teatre De Liceu di Barcellona. La fama del tenore accresce tra anni Quaranta e Sessanta lavorando al fianco di Maria Callas, con la quale intraprende un sodalizio artistico ed interpretando Il Rigoletto, L’Elisir D’Amore, Fedora, Faust.

Tappe fondamentali, rimaste nella storia dell’opera, sono alcune rappresentazioni alla Scala, tra le quali Lucia di Lammermoor nel 1954, con la Callas e la direzione di Herbert von KarajanCarmen nel 1955, con Giulietta Simionato e ancora Karajan sul podio, La traviata, nello stesso anno, sempre con la Callas, nella storica edizione con la regia di Luchino Visconti, Tosca nel 1958, in occasione del rientro alla Scala dopo diversi anni di Renata Tebaldi. Nel 1949 sposa a New York la studentessa di conservatorio Maria Girolami, che gli dà tre figli e dalla quale di separa nel 1976. Nel 1977 inizia una nuova relazione sentimentale con Monika Curth, soprano di operetta originario di Amburgo, che sposerà nel 1993. L’ultima apparizione in pubblico è del 24 ottobre 2004 a Oderzo per ricevere ancora un premio, a testimonianza di un affetto del pubblico mai venuto meno anche dopo tanti anni dal termine della carriera.

Il 3 dicembre 2004 rimane gravemente ferito nel tentativo di difendere il suo cane durante una rapina nella sua casa di Diani in Kenya, venendo preso a colpi di randello dai ladri che lo lasciano a terra insanguinato e privo di sensi. Ricoverato all’ospedale di Mombasa, le sue condizioni si rivelano più gravi di quanto fossero apparse in un primo momento: a causa delle profonde ferite deve subire almeno tre operazioni e il 7 dicembre entra in coma. Il 23 dicembre, dopo un lungo viaggio di trasferimento verso l‘Italia, viene ricoverato all’ospedale San Raffaele di Milano. Rimane infermo sino alla morte nella sua casa di Santa Maria Hoè, presso Lecco, dove si spegne il 3 marzo 2008

Seguici su

Facebook, Instagram, Metrò