Dopo la procedura di licenziamento collettivo attivata da Whirlpool a Napoli e Gkn a Firenze anche i ristoratori e gli albergatori scenderanno in piazza per protestare contro lo strapotere delle multinazionali. Nel mirino del settore della ristorazione le grandi piattaforme di delivery e loro onerose prestazioni

Il caso Gkn e la discesa in campo dei ristoratori

Anche i ristoratori al fianco di Gkn
Lo stabilimento Gkn a Firenze, fonte lavocenews.it

Un gesto simbolico, per sensibilizzare l’opinione pubblica, perché si rivolga direttamente alle nostre attività, anziché affidarsi alle multinazionali straniere. Alcune investono, è, vero, altre prendono il meglio del nostro Paese, sfruttando le competenze e le eccellenze italiane, lasciando solo briciole sul territorio nazionale. Un esempio? Da Deliveroo a Glovo, a Just Eat, a Uber Eats: sono le grandi piattaforme del food delivery, delle quali il mondo della ristorazione, per lavorare, difficilmente può farne a meno. E queste multinazionali lo sanno, con costi di attivazione di 500 euro e applicando sugli ordini fatti commissioni del 35-40%. Stessa cosa fa The Fork, che per ogni prenotazione al tavolo prende 2 euro a persona”. Queste le parole con cui Raffaele Madeo, portavoce di Tni Italia ha spiegato la decisione della discesa in campo dei ristoratori in quello che ha definito “uno sciopero nazionale contro le multinazionali”.

Un gesto che è anche un momento di solidarietà con i lavoratori di Gkn in occasione dello sciopero lanciato dai sindacati. Per questo nella giornata di lunedì albergatori e ristoratori non accetteranno ordini dalla grandi piattaforme. È la seconda agitazione di Tni Italia che avviene contro il food delivery. Il tutto in un giorno che potrebbe dare inizio ad un’imponente battaglia contro le multinazionali che , per Madeo,”nel mondo Horeca fanno il buono e cattivo tempo”.

L’appello al governo

Uno degli scopi della grande agitazione di lunedì è quello di un intervento del governo con regole più stringenti per le multinazionali. Credo che il governo e il Parlamento debbano lavorare per approvare una legge nazionale che regolamenti le attività delle oltre 15mila multinazionali straniere attive in Italia, che contano, dati Istat, oltre 1,4 milioni di addetti, per un fatturato complessivo di 594 miliardi. Altrimenti, sarà sempre un Far West e ci si troverà di fronte a macellerie sociali, come quelle di Bekaert prima e ora di Whirlpool, Gianetti e Gkn”, fa sapere infatti Rocco Costanzo, presidente di Tni Italia Liguria.

Stefano Delle Cave