Il primo Superbowl al quale ho avuto piacere di assistere è stato un disastroso Denver Broncos del leggendario Peyton Manning contro l’inarrestabile macchina da difesa/attacco dei Seattle Seahawks. Non certo annoverato tra i migliori, dal momento che non ci fu partita, ma riuscì nell’impresa di appassionarmi a uno degli sport americani più conosciuti e celebrati di sempre. Perchè il football non è solo ” uno sport bestiale giocato da bestie”, è anche molto di più. E’ mettere in atto strategie adottando gli elementi giusti, sia in attacco e sia in difesa, e comprendo che a un primo sguardo può apparire di lettura semplice, ma vi assicuro che è molto complesso. E’ come giocare a scacchi. E’ la rappresentanza visiva della parola “destino” per gli innumerevoli momenti decisivi in cui, non la bravura, ma il fato ha deciso da che parte stare. E’ anche la creazione di icone sportive che anche oltreoceano rimango impresse. Tra questi, anche per chi è un neofita dello sport o un semplice disinteressato, è difficile non ricordarsi di Joe Montana. Considerato uno dei migliori quarterback di sempre, se non il numero uno, nella storia della National Football League. Certo ci sarebbe da ricordarsi di un recentissimo Tom Brady che da poco lo ha superato nelle statistiche, entrando di diritto nell’immortalità. Ma Joe Cool, così veniva soprannominato per la sua freddezza nei momenti topici, rimane tuttora una leggenda vivente. Per chi non lo sapesse il ruolo del quaterback è il ruolo più importante che si possa ricoprire nel football americano. E’ il Napoleone che decide sul campo, in pochi secondi, quale strategia adottare, il regista che decide in quale modo girare l’atto finale di una grande gara. Un buon quarterback (e non a livelli eccezionali come Joe) deve essere dotato di grande carisma sui colleghi (vi consiglio la visione del film “Ogni maledetta domenica” con Al Pacino, dove vengono spiegate con lo stile unico di Hollywood, le dinamiche all’interno di uno spogliatoio), di precisione chirurgica che ha pochi eguali nello sport e potenza di lancio, e infine capacità di leggere la difesa avversaria per intuire le azioni dei rivali. Sembra facile a leggere, ma credo che un quarteback abbia una pressione, oltre che sportiva, anche mediatica, unica nel suo genere. Le sorti di una partita, di una intera stagione, di una finale, dipendono da Lui. E Joe questo lo sapeva bene. Guida carismatica dei 49ers (San Francisco) li condusse al titolo NFL in ben 4 occasioni: (1981, 1984, 1988 e 1989): in tre occasioni venne eletto miglior giocatore (MVP) al Super Bowl. E dire che nel Pre-draft, che nel gergo sportivo va a indicare quello che è il sistema di scelte adottato da diverse leghe professionistiche nordamericane per gestire la selezione di giocatori senza contratto, Montana non fu classificato come un prospetto di alto livello. A un raduno, gli fu assegnato un voto complessivo di sei e mezzo (la scala va da uno a nove). Ovviamente si sbagliarono, anche se comprendo che non sia così semplice per gli osservatori, individuare il prossimo campione giudicando singole prestazioni. Lo stesso avvenne per il draft NBA con Michael Jordan e sappiamo tutti come andò a finire. Chicago ancora ringrazia. Come San Francisco ringrazia quella decade storica per aver goduto e assistito alle prestazioni di “Comeback Kid“. Tra le innumerevoli “magie” di Montana, due hanno lasciato il segno indelebile nella storia del football americano.”The Catch” (la ricezione), un touch-down su passaggio lanciato contro i Dallas Cowboys e”The Drive“, la serie di passaggi che consentirono di guadagnare 92 yard (praticamente l’intero campo, partendo dalla propria difesa) e di segnare il decisivo Touchdown contro i Cincinnati Bengals nel Super Bowl XXIII. Se vi ho incuriosito, su Youtube avrete l’occasione, con l’enfasi della telecronaca originale, di godervi appieno queste novelle “fatiche di Ercole”. Ritiratosi nel 1995 in stile puramente americano, dove di sobrio c’era ben poco, viene ancora oggi considerato dagli addetti ai lavori, il migliore. Mi auguro di avervi un minimo incuriosito, narrandovi brevemente della carriera sportiva di Joe Montana, verso quello sport così strano per la maggior parte di Noi ma non così incomprensibile come vogliamo credere. La follia imbrigliata all’interno di uno sport, la magia raccontata attraverso gesti, la bellezza di una finale cavalleresca di difficile attesa. Ci vediamo allora al prossimo Super Bowl…

 

Giacomo Tridenti.