Sono passati 129 anni da quando sulla rivista universitaria dello Springfield College, “The Triangle“, fu riportata l’invenzione di quello che fu definito “a new game“, un nuovo gioco. Un gioco che sarebbe stato poi conosciuto da miliardi di persone come basketball e che fu ideato da un uomo a cui oggi noi (e Google) rendiamo omaggio, James Naismith.
James Naismith, un visionario
Nel Massachusetts in inverno fa freddo, un freddo polare quasi. Nel 1891 Luther Halsey Gulick, responsabile del dipartimento di educazione fisica dello Springfield College, pensò che i ragazzi non potevano andare in letargo per mesi aspettando che iniziasse la bella stagione per praticare sport ancora rudimentali come il football e il calcio e altri più consolidati come il lacrosse e il baseball. Per far sì che i giovani studenti e atleti non impazzissero, Gulick chiese aiuto a James Naismith, che di sport se ne intende parecchio – praticò lacrosse, atletica leggera e giocò diversi anni in una squadra di football – e che appena un anno prima aveva deciso di diventare pastore.
La vita in chiesa però non fa per lui e allora decide di insegnare educazione fisica proprio in Massachusetts. Naismith accoglie la proposta di Gulick e si scervella per inventare da zero uno sport che si potesse praticare al chiuso e possibilmente in sicurezza e poco costoso. Per fare ciò prese spunto dalla sua infanzia. Dopo che i genitori morirono di tifo, all’età di nove anni Naismith andò a vivere prima dalla nonna materna e poi dallo zio a Bennie, un villaggio nei pressi della sua città natale, Almonte, in Canada. Fu in quel villaggio che, giocando con i suoi coetanei, apprese il “Duck-on-a-rock“. Questo gioco consisteva nel posizionare una pietra (la duck) sulla cima di una roccia e colpirla con un altra pietra.
Affinché aumentasse la probabilità di colpire la duck, era necessario tirare la pietra disegnando una parabola. Un tiro a parabola che sarebbe diventato il fondamento del gioco della pallacanestro, che all’epoca si giocava tirando la palla a spicchi in cesti di vimini usati per raccogliere le pesche. Naismith mise poi nero su bianco cinque principi fondamentali del gioco che si tradussero nelle 13 regole che il 15 gennaio 1892 furono riportate tra le pagine di The Triangle. Chissà se all’epoca James Naismith avesse anche pensato a prototipi di giocatori come Wilt, Magic, MJ, Shaq, Lebron e Steph, che un giorno avrebbero stravolto la realtà di quel bellissimo gioco che aveva inventato nel freddo del Massachusetts.
Enrico Ruggeri