“Gothika”: prigionieri della propria mente

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Di Chiara Cozzi

Reduce dal Premio Oscar come Miglior Attrice nel 2002, l’anno dopo Halle Berry si cala nei panni della psichiatra Miranda Grey in Gothika, horror diretto da Mathieu Kassovitz.
La pellicola è un viaggio nei meandri del delirio mentale, tanto oscuro e profondo da non permettere di distinguere la realtà dalla finzione.

Gothika: l’incubo è reale

Halle Berry in "Gothika" - immagine web
Halle Berry in “Gothika” – immagine web

Miranda Grey ha sempre vissuto all’interno dell’ospedale nel quale si risveglia un giorno come paziente: vi lavorava infatti come psichiatra. Quello che credeva un ambiente familiare, conosciuto e sicuro si rivela come la dimora in cui albergano i suoi incubi.
Quegli stessi incubi che alienano e portano alla pazzia, e rendono possibile una sola soluzione: scappare da quella dimensione tanto familiare quanto aliena, che mette di fronte agli aspetti più bui del proprio Io.

Ma scappare senza affrontare le questioni irrisolte costringe Miranda a venire a patti con la realtà in maniera ancora più violenta. Gli incubi che credeva la stessero facendo diventare pazza sono realtà, una realtà che le presenta il conto e la attanaglia, non la lascia mai sola.
E, in effetti, Miranda è perseguitata dalla frase “Not alone“, non da sola.
La donna dovrà decidersi ad affrontare una volta per tutte la realtà, anche se questa sarà più cruda di quanto creda, al fine di ottenere la catarsi e riappacificarsi con il mondo esterno e con quello interno alla propria mente.

Chiara Cozzi

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