Con 350 voti favorevoli, 236 contrari e 35 astenuti il nuovo Governo, con a capo il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ha ricevuto anche la fiducia della Camera dei Deputati.
Giuseppe Conte ha fatto nuovamente riferimento ai punti del programma di governo già esposti chiedendo la fiducia di fronte al Senato, sottolineando, però, che qualsiasi azione promossa dall’esecutivo rispetterà i principi previsti dalla Costituzione, così come dalle fonti sovranazionali.
“Tutte le nostre iniziative saranno fatte sotto l’architettura costituzionale. Questo esecutivo ha piena consapevolezza che esistono dei principi costituzionali perché questo esecutivo oltre il contratto di governo ha presente la Costituzione – ha affermato Conte – Ma anche la Carta europea dei diritti fondamentali, la Corte europea; c’è una architettura sovranazionale nella quale siamo collocati confortevolmente“.
A coloro che chiedono maggiori delucidazioni sul programma di governo, Conte risponde chiedendo tempo per capire meglio come attuarlo. “Lavoreremo da subito per dare seguito alle anticipazioni del contratto e del discorso programmatico, ma non chiedeteci ora i dettagli. Non siamo qui per stravolgere“.
Su alcuni punti, però, il discorso del nuovo premier è intervenuto in maniera più precisa, a cominciare dalla riforma del conflitto di interessi, già anticipata davanti al Senato. “Cercheremo di riprendere in mano questa questione – facendo riferimento al conflitto di interessi – lo faremo al più presto. E i vostri interventi volti a interrompermi dimostrano che ciascuno ha il suo conflitto o pensa di avere il proprio conflitto“. A molti deputati questa frase è sembrata un vero e proprio affronto, sino a scatenare disordine in Aula, tale da richiedere il richiamo da parte del presidente Roberto Fico.
Nell’immediato è giunta la rettifica da parte di Giuseppe Conte che ha spiegato di essere stato frainteso: “non sto accusando nessuno ma dico che è negli interstizi della società a qualsiasi livello“.
Ha creato grande scalpore quanto detto dal vicepresidente del Consiglio e Ministro dell’Interno Matteo Salvini, quali la flat tax e l’immigrazione clandestina.
Intervenuto in un programma radiofonico il giorno prima, Salvini è stato accusato da alcuni deputati di avere sostenuto che sia giusto che chi guadagna di più paghi meno tasse. Immediata, però, la rettifica da parte del diretto interessato, il quale ha detto: “Sono bugie. Ho detto che l’obiettivo è che tutti paghino meno tasse“.
Sul fronte migranti, invece, non accenna ad acuirsi la polemica iniziata dallo stesso Salvini affermando che per questi, con il nuovo governo, la pacchia è finita. A Brindisi per impegni istituzionali, Salvini ha spiegato e rinforzato il concetto: “Il governo realizzerà dei Centri per i rimpatri chiusi affinché la gente non vada a spasso per le città – ha spiegato Salvini – la gente non vuole avere dei punti dove uno esce alle 8 della mattina, rientra alle 10 la sera e durante il giorno non si sa cosa fa e fa casino. Sono dei centri per i rimpatri, e se qualcuno è trovato in possesso di documenti falsi o senza documenti, prima di espellerlo dobbiamo capire chi è e da dove viene“.
Si passa poi al tema banche che ha contribuito, forse in maniera anche molto rilevante, al declino del governo Renzi. “Stiamo già maturando consapevolezza, che è nel contratto, e la valutazione che sia opportuno distinguere fra banche che erogano credito e soprattutto caratterizzate a livello territoriale e banche di investimento votate più alla speculazione – ha detto Giuseppe Conte -. Sicuramente ci sarà una revisione dei provvedimenti sul crediti cooperativo e sulle banche popolari“.
Su quanto esposto nel discorso del nuovo Presidente del Consiglio davanti alla Camera dei Deputati è intervenuto in Aula Maurizio Martina, dichiaratamente all’opposizione del nuovo governo.
“Quello di questo governo non è un progetto per il futuro del paese: serve solo a voi per stare insieme. Nel contratto non c’è nulla di utile per costruire una traiettoria di futuro del paese. Il vostro contratto è iniquo per le scelte che propone. Se deciderete di presentare un condono mascherato noi vi daremo battaglia. Se deciderete di discriminare per nascita i bambini negli asili, noi vi daremo battaglia. Se deciderete di fare una controriforma fiscale dove chi ha di più paga di meno, noi vi daremo battaglia. Noi saremo l’alternativa, l’alternativa popolare, l’alternativa sociale“.
Giungono nel frattempo i primi dati relativi al riscontro popolare del nuovo premier Giuseppe Conte. Demopolis, l’Istituto Nazionale di Ricerche ha reso noti i dati della ricerca realizzata e che fanno ben sperare. Secondo lo studio, il 46% degli italiani ha un giudizio positivo sul nuovo Presidente del Consiglio Giuseppe Conte; il 29% ha espresso invece un giudizio negativo, mentre la percentuale restante afferma di non riuscire ancora ad esprimere un giudizio, richiedendo più tempo.
Secondo la maggioranza dell’opinione pubblica, inoltre, il nuovo esecutivo non avrà vita breve ma, invece, è destinato a durare.
Di Lorenzo Maria Lucarelli