Le dichiarazioni di voto saranno dalle 18.30 alle 20, quando avrà inizio la chiama per la votazione di fiducia. Al Senato i sì sono stati 262. Quindici dei 40 no sono arrivati dal M5s. E altri 8 pentastellati non erano presenti. Il premier chiama a “una nuova ricostruzione come nel dopoguerra” e avverte che “l’unità non è un’opzione ma un dovere” 

Dopo la fiducia nella notte al Senato, 262 si e 40 no, Mario Draghi oggi chiede la fiducia della Camera dei Deputati per il suo “governo senza aggettivi”, né tecnico né politico, dove essere uniti non è più un’opzione ma “un dovere” per amore dell’Italia. Il premier siede tra i ministri degli Esteri e dell’Interno, Luigi Di Maio e Luciana Lamorgese. Cambia lo statuto M5s: ok degli iscritti Rousseau alla nuova governance collegiale, con un comitato di 5 membri. Intanto Crimi ha comunicato l’espulsione dei 15 senatori pentastellati che ieri hanno votato no alla fiducia.

È terminata nell’Aula della Camera la discussione generale sulla fiducia al governo. La seduta è interrotta per consentire la sanificazione dell’emiciclo. I lavori riprenderanno alle 18 con le repliche del presidente del Consiglio, Mario Draghi. A seguire si svolgeranno le dichiarazioni di voto sulla fiducia e, quindi, il voto per appello nominale, il cui inizio è previsto intorno alle 20. L’esito della votazione si attende non prima delle 21:30.