Gozzano, Casella: “Ripresa? Siamo basiti. Nostra società fucina di giovani”

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Di Andrea Mari

Il Gozzano è pronto a ritornare in campo, come tutta la Serie C. Il Consiglio Federale ha deliberato la continuazione, atta alla conclusione, dei campionati professionistici mentre i dilettanti saranno definitivamente fermati. Il club rossoblu della provincia di Novara riparte dall’ultimo posto nel Gruppo A della terza serie: obiettivo minimo playout per i piemontesi. Abbiamo raggiunto telefonicamente Alex Casella, direttore sportivo della società: ecco cosa ci ha raccontato sul prossimo futuro.

L’intervista ad Alex Casella, direttore sportivo del Gozzano

Ripartenza, difficoltà dovute ad una possibile ripresa del campionato ed il prossimo futuro. Ecco le parole di Alex Casella, il dirigente del Gozzano.

La Serie C dovrebbe ripartire: come avete preso questa notizia? Ha già avuto modo di parlare con i calciatori?

“La notizia, come nella maggior parte delle società della Serie C, ci ha lasciati basiti. È chiaro che la Lega Pro si era orientata verso un altro tipo di proposta che è stata rivista dalla Figc. La ripartenza, prima ancora di sentire i giocatori, dovrà essere organizzata con il medico sociale con il quale bisogna programmare il rispetto dei protocolli e le misure d’attuare. Ad oggi ci sono delle difficoltà a cui nessuno di noi aveva provveduto a regolarizzare e che bisognerà prendere in considerazione: dovremo capire la fattibilità, perché ci sono dei costi elevatissimi. Io in rappresentanza del Gozzano, nel momento in cui la Figc ritenga di ripartire e sapendo che in Serie C non c’è una parte contributiva importante come in B e A per le società, mi aspetto che vengano destinati ulteriori fondi per andare ad affrontare le ingenti spese a cui abbiamo fatto fronte in questi due mesi…”

Obiettivi minimo play-out: dopo un lungo stop, quanto sarà difficile ritrovarsi mentalmente?

“È un obiettivo importante e soprattutto alla portata della nostra squadra. Se si dovessero giocare 11 partite, a disposizione ci sarebbero 33 punti. Se sarà fattibile giocare, il Gozzano è a 6 punti di distanza dalla salvezza diretta. Più che difficoltà mentale, pongo l’accenta su quella fisica: gli atleti non vedono il campo da ormai tre mesi. Serviranno quanto meno quaranta giorni di lavoro. Ci dovranno mettere nelle condizioni di ricominciare da capo, cosa difficilissima. Se mai decidessero di ripartire, penso che in Serie C si deciderà per qualcosa di più ristretto con playoff e playout…”

Fino a dicembre avete fatto un ottimo campionato: cosa è successo dopo? Si è rotto qualcosa?

“La stagione ha preso una piega sbagliata nella partita contro la Pro Patria: vincevamo 2-0, abbiamo sbagliato il rigore del tris ed abbiamo subito il pareggio al 95′. Da lì in poi, il giocattolino si è un po’ incastrato ed abbiamo faticato a fare punti e prestazioni di un certo livello. A gennaio, infatti, abbiamo cambiato guida tecnica e siamo intervenuti sul calciomercato aumentando la qualità tecnica della squadra prendendo calciatori importanti. Il grande lavoro non si è potuto vedere sul campo: dalla fine del mercato allo stop per il Coronavirus sono passate solo quattro partite. Quest’anno la squadra vale molto di più di quello che ha raccolto sul campo…”

Siete una squadra giovane: manterrete questa linea verde anche il prossimo anno? Momentè resterà anche in caso di Serie D?

“Non stiamo prendendo neanche in considerazione di dover fare la Serie D. Farla, rischia di essere un boomerang in senso negativo. Abbiamo costruito una nostra identità in Serie C molto importante: siamo una delle poche realtà che costantemente vende giocatori in Serie A e B. Nell’ultimo anno e mezzo abbiamo registrato cinque passaggi di giocatori dalla nostra squadra tra Serie B e Serie A, tra cui Messias e Mangraviti. Abbiamo venduto Crespi a gennaio che è uno dei portieri più forti e promettenti dell’intera Serie C. La nostra è una realtà è una fucina di giovani: dobbiamo sempre creare il giusto mix tra ragazzi che reputiamo di qualità e valore e giocatori esperti capaci di farli crescere. Questa è la nostra caratteristica e dobbiamo continuare a lavorare in questa direzione. In Serie D il lavoro cambierebbe radicalmente…”

C’è un avversario, oltre al Monza, che l’ha impressionata?

“Il nostro è stato sempre un girone molto omogeneo. Tolto il Monza, nessuno ci ha messo in difficoltà a tal punto da pensare che fossero nettamente più forti di noi. Ce la siamo sempre giocata con tutti. Era un campionato di un livello medio ma molto equilibrato. A differenza di altri gironi…”

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