Grace Kelly e il Paris Dress, l’abito più bello indossato in un film

Foto dell'autore

Di Federica De Candia

Sono bastate due premesse ad Alfred Hitchcock: un uomo immobilizzato e il caldo insopportabile estivo. Il regista, maestro del brivido, con una trama senza precedenti, gira “La finestra sul cortile“, film del 1954. E c’è un vestito, firmato Edith Head, in chiffon e tulle, a segnare per sempre la storia del cinema e della moda. È il Paris Dress che Lisa (Grace Kelly), indossa durante la scena del suo ritorno da Parigi, da cui il nome dell’abito.

Paris Dress, il brivido in seta di Hitchcock

Paris Dress, Grace Kelly, foto da Camera Retro
Paris Dress, Grace Kelly, foto Camera Retro

Come va la gamba?”, “Mi duole un po’ “. “E lo stomaco?”, “Vuoto come una caverna“. Inizia così la scena, con uno scambio di battute tra Grace Kelly e il fotoreporter professionista, Jeff (James Stewart), immobilizzato dopo una frattura alla gamba sinistra. Il suo unico, originale passatempo, è spiare i vicini dalle finestre di casa. Che, causa caldo, tengono sempre aperte. Un uomo misterioso, che Jeff crederà uxoricida, ruberà tutta la sua attenzione. Sulla sedia a rotelle, dove il protagonista ha la postazione per l’intero film, si prospetta un’ombra. Entra Grace e lo spettacolo ha inizio. Raffinata come una dea, algida e altrerea come “Ghiaccio Bollente“, nel vestito che rimarrà numero 1, definito il più bello. Hitchcock dice della sua icona insostituibile, Grace Kelly: “Lasciatele ancora un anno di tempo e diventerà una delle più grandi dive che si siano mai conosciute“. E le parole del suo principale estimatore, non tarderanno a divenire realtà.

Ne “La finestra sul cortile“, l’attenzione, monumentale, è incentrata su di un binocolo: il prolungamento degli occhi di Jeff. Ma il Paris Dress, occupa ben presto la scena. Il vestito è composto da due anime: una quasi austera del corpetto nero, a maniche corte e con uno scollo a “V” riprodotto anche sulla schiena della principessa attrice. La gonna, da contrasto, è bianca in chiffon, in vari strati e impreziosita da un ramage nero che cinge il punto vita. Con una cinta stretta e sottile di vernice nera. La gonna, ispirata allo stile delle ballerine, è ampia e svolazzante. E rispecchia la moda canonica dell’epoca, in cui le donne indossavano le cosiddette swing skirt: appositi supporti o sottogonne a ruota, negli abiti da sera. Completano un paio di scarpe nere con tacco alto e con cinturino asimmetrico, una stola in chiffon bianco per coprire le spalle, due guanti bianchi di seta lunghi sino al gomito, e una singola fila di perle al collo. Quest’abito straordinario, ispirò la collezione “Ligne colle” del 1954 di Christian Dior, lo stilista preferito dalla principessa.

Grace Kelly, il guardaroba non casuale de La finestra sul cortile

Edith Head è la costumista più famosa della Paramount Pictures, vincitrice di otto premi Oscar. Si occupa numerose volte di realizzare abiti per Grace Kelly. Nel film, il personaggio di Lisa Carol Fremont, indossa cinque differenti costumi tutti disegnati dalla Head, con cui entra in scena ogni volta che va a trovare il fidanzato Jeff. Nel 2010 sono stati messi in vendita all’asta da Christie’s tre degli sketch realizzati da Edith Head, per la progettazione degli abiti indossati ne “La finestra sul cortile“. Fra questi, quello in cui viene mostrato lo studio dell’abito bianco e nero. Il prezzo di partenza dell’asta era stimato fra i 6000 e gli 8000 dollari. Carmel Snow, storica direttrice di Harper’s Bazaar dell’epoca, fu la prima a chiamare l’abito dl Grace KellyParis Dress.

Il secondo abito indossato nel film dalla giornalista di moda Lisa, è plissettato e realizzato in organza di seta nera, con delle maniche ad aletta. E completato con una collana di perle, a tre fili. Quando decide di aiutare Jeff con le sue indagini, Lisa indossa invece un look più serioso: un completo verde menta chiamato “Eau de nil suit”, composto da una giacca di media lunghezza con un collo rotondo e rigido. Alla giacca è abbinato un top bianco in seta legato al collo. La gonna è a tubo, ed arriva in alto fino alla vita. E Grace ancora una volta non si separa dalle sue perle, abbinandole ad un paio di orecchini a forma di disco, e a un bracciale multistrato color oro e argento, con un imponente lucchetto. L’ultimo modello che Lisa veste, è casual ma elegante. Anche il più significativo: poiché attraverso questo, vuole dimostrare di essere più vicina al suo compagno di quanto lui stesso creda. L’ abito è molto maschile, soprattutto per la camicia rosa con il colletto botton-down, con le maniche arrotolate e i jeans abbinati a dei mocassini marrone scuro.

I segreti del Paris Dress in un libro

“La finestra sul cortile” vanta la costruzione di uno dei set più vasti di sempre, che riproduce un intero quartiere. Basato sull’architettura degli edifici del Greenwich Village, a New York. E il cast, è d’eccezione, con volti freschi, come Raymond Burr, che sarà il futuro Perry Mason della serie televisiva; l’infermiera Stella (Thelma Ritter); l’amico investigatore Thomas J. Doyle (Wendell Corey). E, come di consuetudine, il regista stesso, si concede un cameo. L’impotenza, l’impossibilità di partecipazione di Jeff, e la facoltà dello sguardo come unica alternativa di coinvolgimento, daranno ansia e dinamismo al film. Come disse Hitchcock: “Una sola immensa scenografia e tutto il film visto attraverso gli occhi dello stesso personaggio”. E la scena in cui Grace fuma una sigaretta mollemente sdraiata, sarà la prima e ultima. Perché l’attrice, non amava concedersi il “vizio” del fumo sul set.

In ogni momento, in ogni scena del film, Grace è un tutt’uno con l’abito. Da quando si presenta al fidanzato accendendo una dopo l’altra tre lampade, e si accomoda insieme con lui sulla sedia a rotelle, o esce dal bagno in tenuta notturna e pretende l’ammirazione di Jeff, e volteggia nel vuoto per salire verso l’appartamento dei Thorwald. Un libro racconta l’abbigliamento del film, tra “intimità violate e cattivi pensieri”: “La finestra sul cortile e il cruciale guardaroba di Lisa/Grace Kelly” di Mauro Marchesini, (Edizioni di Cineforum, 2016, pp. 240, € 12). Il Paris Dress è ancora oggi il più imitato e indimenticabile oggetto del desiderio. Fatto di tanta classe e un tocco di magia.

Federica De Candia

Seguici su Google News