Ricorre oggi l’anniversario di nascita di una delle scrittrici più importanti dell’età contemporanea: Grazia Deledda. Infatti, nel 1871 nasceva la prima scrittrice italiana a vincere il Nobel per la letteratura, quasi 20 anni dopo Salma Lagerlof.

La Deledda nasce a Nuoro il 27 settembre 1871 a Nuoro, da una famiglia benestante. Riceve l’educazione dalla madre Francesca Cambosu, mentre il padre Giovanni Antonio, laureato in legge, è un imprenditore agricolo, che è stato anche sindaco di Nuoro. Grazia, assolutamente portata per gli studi umanistici, dalla quinta elementare studia in casa con il professor Pietro Ganga. Il professore le da tutti gli strumenti per poter proseguire la formazione da sola, da autodidatta. Sin da piccola Grazia si appassiona alla scrittura, andando contro quasi tutti i valori del tempo che prevedono il binomio donna-famiglia.

L’inizio di carriera di Grazia Deledda

Comincia così una serie di scambi di lettere con Giovanni Costa, scrittore sassarese, e poi con Giovanni De Nava: con quest’ultimo la corrispondenza letteraria si trasforma in scambi di poesie d’amore. Purtroppo, lui smette di rispondere, e la famiglia di Grazia affronta una serie di disgrazie, tra cui la morte del padre, e successivamente della sorella Vincenza. Si ribalta così la situazione economica di una famiglia benestante. Nonostante le difficoltà, Grazia non abbandona il sogno della scrittura.

Infatti, comincia a pubblicare alcuni suoi racconti, come “Sangue sardo“, e alcuni vengono pubblicati nel quotidiano “L’Avvenire della Sardegna“, ma sotto lo pseudonimo di Ilia di Saint Ismall. Sarà poi nel 1899 che si trasferirà a Cagliari, per continuare a perseguire il suo sogno di diventare scrittrice a tutti gli effetti. Nel capoluogo poi, incontra anche il suo futuro marito, Palmiro Madesani. Si sposano infatti a Nuoro l’11 gennaio 1900. Nel 1903 pubblica il suo primo romanzo “Elias Portolu“, il primo di una lunga serie.

L’ascesa e la morte

La pubblicazione dei suoi romanzi la porta ad essere apprezzata dalla critica, in particolare, fu Giovanni Verga, insieme ad altri giovani scrittori, a esprimere entusiasmo nei confronti della scrittura della Deledda. Addirittura, il suo talento arrivò anche all’estero, guadagnandosi il rispetto di David H. Lawrence. La sua ascesa è rapida: sarà infatti il 10 dicembre 1927 che riceverà il premio Nobel per la letteratura, “per la sua potenza di scrittrice, sostenuta da un alto ideale, che ritrae in forme plastiche la vita quale è nella sua appartata isola natale e che con profondità e con calore tratta problemi di generale interesse umano”.

Solo dieci anni dopo le verrà diagnosticato un tumore al seno, che se la porterà via in pochissimo tempo. C’è una controversia sulla sua morte: c’è chi sostiene sia morta il 15, chi il 16. Verrà inizialmente sepolta a Roma, ma la famiglia fa pressioni per spostarla nella sua Nuoro, ai piedi del Monte Ortobene, nel 1959. Quest’anno si celebrano i 150 anni dalla sua nascita, e la sua casa natale, adibita a museo, è in fermento per i vari eventi. I suoi “-ismi” si riscontrano nei suoi scritti, anche se i suoi temi sono sempre l’avversione per il patriarcato tipico della Sardegna dell’epoca, in contrasto con la passione smisurata per l’isola.

Marianna Soru

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