Cultura

“Grazie a Dio” dal 17 ottobre al cinema

Dal 17 ottobre al cinema “Grazie a Dio” l’ultimo film di François Ozon. Denuncia contro la pedofilia clericale e analisi degli effetti del trauma sulla vittima.

Niente preamboli, niente storie, la pedofilia è la più evidente manifestazione del marcio, della ferinità umana più selvaggia e oscura. E’ la pratica più turpe e meschina e avida di perversione malata che se poi viene perpetrata dal clero, da figure che per convenzione rappresentano la quintessenza dell’ideologica antitetica dell’atto qui detto, allora si sedimenta la cenere dell’imbarazzo dello stare nello stesso mondo di certi esseri indefinibili da qualsivoglia contumelia. La rabbia e l’indignazione subentrano quando l’istituzione interessata si impegna alacremente nell’insabbiare l’osceno e qui l’impotenza di fronte all’abuso da parte della vittima diventa totalizzante anche di fronte all’indifferenza delle famiglie che non capiscono o non vogliono capire.

"Grazie a Dio" foto dal web. Grazie a Dio
“Grazie a Dio” foto dal web

François Ozon, autore delicato e ironico del cinema francese, regista di “8 donne e un mistero”, “Potiche”, “Giovane e bella”, col suo ultimo film “Grazie a Dio” denuncia l’esecrabile operato di Bernard Preynat, prete sempre rigorosamente coperto dalla chiesa di Lione, che durante la sua carriera nella pretofilia ha abusato di circa settanta bambini. “Grazie a Dio” è la storia di tre uomini: Alexandre (Melvil Paupaud), credente e padre, frantumato dai ricordi, decide di rendere noti gli scandali clericali quando scopre che il sagrestano traumatizzante opera indenne; François (Denis Menochet), più viscerale, fondatore dell’associazione “La parole liberèe”, che punta allo scandalo mediatico; e infine Emmanuel (Swann Arlaud) rappresentazione carnale delle conseguenze emotive derivanti dalla pedofilia.

"Grazie a Dio" foto dal web. Grazie a Dio
“Grazie a Dio” foto dal web

Grazie a Dio dopo Tom McCarthy con “Il caso Spotlight” un altro regista dedica una sua opera ad uno scandalo ormai intensamente insediato nella nostra società che ancora impavidi illusi definiamo civilizzata. In sala dal diciassette ottobre “Grazie a Dio”, purtroppo non grazie a Dio, oggi diventa necessario.

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