Nella notte è divampato un incendio nel centro di accoglienza dell’isola di Samos, a seguito di uno scontro tra migranti
Ormai è emergenza profughi a Samos, dove durante la notte un ampio incendio è divampato alle porte del centro di accoglienza. La causa del rogo pare essere stato uno scontro tra i migranti, in base a quanto riporta il giornale greco Kathimerini. Otto sono i feriti portati in ospedale, e fonti non ancora accertate affermano che un minore non accompagnato sia stato accoltellato a morte.
Samos, crisi umanitaria
5000 migranti intrappolati in un centro di accoglienza che ne può ospitare 1500, al massimo. Parlare di sovraffolamento è riduttivo. Il rogo di questa notte è il risultato di una grave emergenza profughi che si è abbattuta sulla Grecia, e in particolare nell’isola di Samos, che versa ormai in condizioni di degrado. Ed è il risultato di un pessimo sistema di accoglienza, privo di strutture, di condizioni igieniche, e privo anche di acqua.
Le incantevoli colline ricoperte di pini, che attirano da sempre numerosi turisti, si nascondono ora sotto uno strato di immondizia e topi. Le baracche si susseguono, senza margine di spazio; ma la privacy è un diritto secondario, o meglio ultimo, quando con l’altro bisogna lottare per ottenere un sorso d’acqua in più.
E’ questa la condizione in cui l’isola versa, e non è difficile comprendere il malcontento della popolazione, che va inasprendosi sempre più. E non è nemmeno difficile comprendere come, in una tale situazione di degrado, un consueto dissapore possa provocare un incendio e mettere a rischio la vita di 5000 persone.
1,4 miliardi di euro. Questi sono i soldi che l’UE ha destinato alla Grecia per gestire al meglio l’emergenza profughi tra il 2014 e il 2020. Forse chiunque di noi avrebbe saputo fare meglio.
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