“Greenland”: Gerard Butler è tornato

Greenland
La copertina ufiiciale del film-photo credits: web

La trama

Greenland” è il curioso titolo che è stato dato al film diretto da Ric Roman Waugh con Gerard Butler, Morena Baccarin, David Denman e Hope Davis. “Greenland” è un thriller di genere catastrofico.
Siamo in Florida e la storia che vede Butler al centro della trama, è ambientata in un presente non troppo lontano. John è un ingegnere da poco divorziato, che sta andando a trovare suo figlio Nathan, avuto dalla relazione con l’ormai ex moglie Allison.

Nel tragitto dal lavoro alla vecchia casa, il telegiornale americano, sta diffondendo una strana notizia.
Una strana cometa si sta progressivamente avvicinando alla terra. Tutti parlano dell’evento serenamente, l’impatto sembra non apportare danni alla superficie terrestre, eppure qualcosa andrà storto. L’arrivo della cometa, stravolge i piani e le consuetudini di tutti gli abitanti.

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L’impatto della cometa sulla superficie terrestre-photo credits: web

Come qualsiasi catastrofe naturale che si rispetti, il paese si ritrova in ginocchio. Uno strano evento atmosferico porta alla morte di migliaia di abitanti. Solo alcuni possono salvarsi e bisogna correre ai ripari prima che tutto o parte, sia perso. Stranamente John e la sua famiglia rientrano nel progetto segreto dello stato. Sorteggiati per motivi di status sociale, meramente economici, una strana chiamata gli rivela posto, orario e data esatta in cui saliranno a bordo di un elicottero con destinazione la Terra verde, la Groenlandia.

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Una scena del film-photo credits: web

Catastrophic movies in tempi di pandemia globale?

Guardando a ritroso nel genere dei disaster movie, “Greenland” ha un quid in più.
Questa volta, l’ennesimo film a tema catastrofico che promette di salvare il protagonista, la sua amata e addirittura il piccolo della famiglia, funziona divinamente.
La pellicola diretta da Waugh ha un ritmo incalzante e permette allo spettatore di vivere in modo empatico il dilemma, la speranza, la disperazione e l’incessante stato di preoccupazione, provati dai personaggi.
Il regista inserisce la dilatazione del tempo, un tempo che percepiamo esattamente come nella realtà, dilatato dai problemi e dai rischi, dalla paura di non farcela e di non sapere esattamente come andrà finire.

Riprese in notturna

E’ interessante inoltre che gran parte dell’azione sia diretta nella notte, quando i supermercati possono essere assaltati da chiunque, le strade si riempiono di vetture familiari e poche luci ci immergono da uno stato d’ansia all’altro. La folla diviene il nemico numero uno, anche il potere ed il denaro. Si è nemici di tutti e non c’è speranza per unirsi tra sconosciuti, non c’è speranza per la solidarietà. Tutti questi dettagli contribuiscono a rendere “Greenland” verosimile e dal forte impatto emotivo e sensoriale. Complice ovviamente lo stato psichico che lo spettatore si trova a vivere in tempi di covid-19.

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Un momento di speranza all’interno del film, i protagonisti riusciranno ad arrivare in Groenlandia?-photo credits: web
Ottima scrittura dei personaggi

Una famiglia in crisi, si ritrova più unita che mai dopo essere stata divisa da un avvenimento più grande della loro routine familiare. John perde i suoi cari nel tentativo di salvaguardare la salute del figlio, diabetico. Allison perde il figlio nel tentativo disperato di proteggerlo ed arrivare sana e salva dal padre.

Tutti i personaggi finiscono in strada. Un bambino viene rapito per garantirsi il volo in Groenlandia. Tutto diviene forte e pericoloso. CI chiediamo s eil pericolo sia davvero l’arrivo di un disastro ambientale, o l’uomo stesso.
Tutti sono soli di fronte alla catastrofe e questo è l’elemento di novità che il regista ha inserito in modo originale all’interno del catastrophic movie. La solitudine in un momento che non lascia spazio all’immaginazione, viene raccontato con riguardo e sviscerando i caratteri dei personaggi attraverso semplici azioni.

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Un fotogramma del film – photo credits: web
Happy ending

La pellicola di Waugh non si concentra sull’aspetto ambientale o climatico, non scende a patti con effetti speciali ricercati. La paura viene raccontata in modo verosimile e drammatico. La notte di John è senza ombra di dubbio, la più lunga della sua vita. Salvarsi, scappare e ritrovare gli affetti cari, diviene motivo di sopravvivenza. Meno verosimile appare invece purtroppo l’happy ending. La Groenlandia è la terra verde, il futuro di tutti noi, ma non proprio di tutti.

E’ giusto raccontare anche della fine di un rapporto? senz’altro. Forse in questo periodico storico sembra difficile portare sul grande schermo storie di catastrofi globali che non diano tregua. Quello che ci si aspetta probabilmente è un messaggio propositivo, ciò che arriva appunto da Greenland.

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Silvia Pompi