Il tema della sostenibilità è diventato centrale per molte aziende, che spesso utilizzano termini come “circolarità” e “consumo responsabile” per attirare l’attenzione dei consumatori. Tuttavia, queste parole possono nascondere pratiche di marketing ingannevole, come nel caso di Shein, gigante cinese del fast fashion, attualmente sotto indagine dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) per accuse di greenwashing.

Shein sotto indagine dall’AGCM per accuse di greenwashing

Shein greenwashing
Workers inside an illegal textile workshop that supplies Shein in Panyu district, Guangzhou, Guangdong Province, China on November 24th 2021.

Shein, noto per i suoi abiti venduti a prezzi estremamente bassi, ha costruito una reputazione apparentemente legata alla sostenibilità ambientale. Tuttavia, l’AGCM sta esaminando se queste affermazioni siano autentiche o semplicemente un tentativo di ingannare i consumatori più attenti alle tematiche ambientali. Il fast fashion è da tempo sotto accusa per il suo modello di business, caratterizzato da una produzione frenetica e da una cultura dell’usa e getta che poco si concilia con la protezione dell’ambiente.

Uno dei principali focus dell’indagine riguarda la collezione “evoluSHEIN”, che Shein promuove come sostenibile. Tuttavia, l’AGCM ha sollevato dubbi sulla reale sostenibilità dei materiali utilizzati. Le fibre dichiarate ecologiche non sembrano supportate da informazioni trasparenti e dettagliate, lasciando i consumatori confusi su quanto i capi siano effettivamente riciclabili o prodotti con criteri rispettosi dell’ambiente.

Un altro elemento critico è il modello di business stesso di Shein, basato sull'”ultra fast fashion”, che implica una produzione continua e rapida di nuovi capi. Questa dinamica, secondo l’AGCM, non solo contraddice le dichiarazioni di sostenibilità, ma contribuisce a un aumento significativo delle emissioni di gas serra. La velocità di produzione alimenta un ciclo di consumismo sfrenato che difficilmente può essere considerato “green”.

Il fenomeno del greenwashing non è nuovo, e molte aziende hanno cercato di sfruttare la crescente consapevolezza ambientale dei consumatori senza implementare cambiamenti reali nei loro processi produttivi. Come sottolineato da Roberto Rustichelli, presidente dell’Antitrust, la sostenibilità non può essere solo uno slogan: “Deve essere tradotta in azioni concrete e verificabili”.

In conclusione, l’indagine su Shein rappresenta un passo importante verso una maggiore trasparenza nel settore della moda, invitando le aziende a smettere di utilizzare la sostenibilità come semplice strategia di marketing. I consumatori meritano di sapere se le loro scelte d’acquisto stanno davvero contribuendo a un futuro più verde o se si tratta solo di un’illusione ben confezionata.