Dopo settimane di battaglie l’acciaieria Azovstal di Mariupol è caduta completamente nelle mani dei russi: ieri sera sono stati portati fuori gli ultimi 521 soldati asserragliati dentro. Il ministro della Difesa russo Shoigu ha annunciato il completamento dell’operazione nelle acciaierie di Mariupol:

«Oggi si è arreso l’ultimo gruppo di 521 militanti». E all’alba dell’86° giorno di guerra il Cremlino ha inserito nel registro delle persone «sgradite» anche l’imprenditore oppositore del presidente Vladimir Putin, Mikhail Khodorkovsky, e il campione mondiale di scacchi Garry Kasparov: i «due uomini erano impegnati in attività politiche finanziate dall’Ucraina e dagli Stati Uniti», ha precisato il ministero russo.

Dopo oltre due mesi d’assedio e bombardamenti arrivati dal cielo, dall’artiglieria e dai carri armati, si sono arresi gli ultimi soldati asserragliati all’Azovstal. Nella serata di ieri Mosca ha annunciato il pieno controllo dell’acciaieria, sostenendo come siano usciti dalla fabbrica 2439 combattenti. Il ministro della difesa russo, Sergej Shoigu, non si vuole fermare: “Le unità delle forze armate russe, insieme alle divisioni della milizia popolare delle repubbliche popolari di Lugansk e Donetsk, continuano ad aumentare il controllo sui territori del Donbass”. Gli ultimi a lasciare l’Azovstal sono stati il comandante della 36esima brigata dei marines delle forze armate ucraine, Sergei Volynsky, meglio noto come Volyn. E, in tarda serata, il comandante del battaglione Azov, Denis Prokopenko, portato via con un “veicolo blindato speciale”. Il generale maggiore russo Igor Konashenkov ha giustificato così alla Tass la decisione: “I residenti lo odiavano e volevano ucciderlo per le numerose atrocità commesse”.